La castagna di Roccamonfina ottiene il marchio IGP
Si è concluso il percorso per assegnare l’Indicazione Geografica protetta a un’eccellenza della località casertana. Soddisfatto Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio Regionale della Campania
La Castagna di Roccamonfina diventa IGP e Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio Regionale della Campania, non nasconde la sua soddisfazione all’indomani della conclusione del procedimento iniziato nel 2012 e conclusosi con il riconoscimento “Indicazione geografica protetta” alla «Castagna di Roccamonfina», pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 3 del 50.01.2021) unitamente al relativo disciplinare.
«Si è concluso l’iter per il riconoscimento del marchio IGP della castagna di Roccamonfina, è stato un cammino lungo e travagliato ma siamo finalmente arrivati alla meta. […] Con la pubblicazione del disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale, le castagne fresche ed essiccate coltivate in otto Comuni dell’area del Parco di Roccamonfina e del Monte S. Croce hanno ottenuto il marchio IGP. Questa conquista porterà ad una rimonta del settore della castanicoltura, dopo anni di crisi dovuta al ridimensionamento vertiginoso della produzione a causa del cinipide (insetto fitofago particolarmente dannoso per il castagno, ndr). Fortunatamente la produzione in questi ultimi anni si è, se pur a fatica, ripresa, la valorizzazione del prodotto con il marchio IGP, significa un rilancio importante del comparto che avrà una positiva ricaduta sull’intero territorio». È quanto ha affermato Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio Regionale della Campania, a seguito della conclusione dell’iter che ha condotto la castagna di Roccamonfina ad ottenere il prestigioso riconoscimento.
Roccamonfina e le sue castagne
Roccamonfina è un piccolo paese della provincia settentrionale di Caserta situato all’interno del cratere dell’omonimo vulcano, sulle pendici orientali del Monte Santa Croce, che insiste nell’area del Parco regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano.
La zona è ricchissima di castagneti e si narra che San Bernardino da Siena e San Giacomo della Marca, dell’Ordine dei Frati Francescani, giunsero a Roccamonfina nel 1430 in seguito alla notizia del ritrovamento di una statua della Vergine. Qui successivamente decisero di edificare il Santuario dei Lattani e piantarono un seme di castagno che germogliò dando origine al bosco che ancora oggi si può ammirare.
Castagna di Roccamonfina IGP
Il raccolto delle castagne a Roccamonfina avviene da ottobre a dicembre. Si conservano solo i frutti caduri dai rami e che giacciono sotto l’albero in quanto quelle ancora attaccate sono considerate acerbe e non adatte all’uso. Ogni riccio contiene in genere 3 frutti e la tradizione voleva che una andasse «al padrone, una al contadino e una ai poveri».
Appena raccolte, le castagne vanno selezionate per eliminare quelle marce e tenere da parte esclusivamente i frutti di colore uniforme, sodi e privi difetti. Anticamente, dopo il raccolto, le castagne si immergevano in acqua per l’intera notte e le castagne marce, salite a galla, venivano eliminate.
Le differenti tipologie
La tipologia più diffusa di castagna è del tipo “Tempestiva”, la prima cha matura all’inizio dell’autunno e la più usata per le caldarroste.
Ma a Roccamonfina si coltivano altre varietà come la Napoletana, la Paccuta, che presenta frutti grossi di forma molto regolare a maturazione medio precoce, dal sapore un po’ amaro, la Verdosca, la Marzatica, la Mercogliana (presente anche nella zona di Mercogliano, in Irpinia), la Pezzutella, la Mirannella, la Lata, la G. Ionta o Ionta, la Rossolella e la San Pietro.
La zona di produzione
La zona di produzione della I.G.P. «Castagna di Roccamonfina», comprende l’intero territorio dei Comuni di Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Roccamonfina, Sessa Aurunca, Teano, Tora e Piccilli, tutti appartenenti alla Provincia di Caserta.
La preparazione delle castagne
Le castagne, a Roccamonfina, sono uno degli ingredienti delle numerose preparazioni, dolci e salate, tipiche del posto: dal riso con le castagne secche (che ricorda la pasta con le castagne lesse della “festa di Pastellessa” di Macerata Campania, nella stessa provincia di Caserta) ai tanti dolci tipici di Roccamonfina: il castagnaccio, il tronco di castagne, i moretti.
Le castagne vengono conservate secche ma fatte anche arrosto nel tipico “vrollaro”, strumento metallico di forma circolare simile a un setaccio o padella forata il cui nome sembra derivi dall’antico nome “vrole” con cui i napoletani erano soliti chiamare le caldarroste.
La Sagra della castagna
Da circa mezzo secolo, generalmente nel mese di ottobre, a Roccamonfina si tiene la Sagra della castagna e, nell’edizione del 2018, è stato assegnato al piccolo paese dell’alto casertano il record mondiale per il “vrollaro” più grande del mondo.