Alla realtà con sede a Clusone (BG) non manca davvero nulla per far sentire i propri ospiti “accolti”: in un ambiente sereno e verdeggiante, trovano spazio l’azienda agricola con stalle annesse, le camere e il ristorante
Non è chiaro se si tratti più di un’imitazione ben riuscita della Contea di Tolkien, di un regno favolistico nello stile dei fratelli Grimm o semplicemente di una struttura montana davvero ben realizzata, curata e ospitale. È l’Agriturismo Larice, a Clusone, una cinquantina di minuti di macchina dal centro di Bergamo
Dopo una serie di provinciali e qualche tornante a salire, ci si imbatte in una realtà a cui non manca davvero nulla per far sentire i propri ospiti “accolti”: in un ambiente sereno e verdeggiante, trovano spazio l’azienda agricola con stalle annesse, le camere e il ristorante. Un’ottima scelta per ricorrenze e grandi eventi come matrimoni, in primis: menù ad hoc, spazi interamente dedicati e, al termine della giornata, i fuochi d’artificio di Pirotecnica Bolis. Ma altamente consigliata anche per un weekend fuori porta, per chi ama l’aria di montagna da raggiungere in comodità, senza il bisogno di affrontare ferrate o simili, per accedere poi ai rifugi più distanti.
L’azienda agricola
Buona parte delle materie prime utilizzate in cucina al ristorante – come è previsto per un agriturismo a norma e regola – sono prodotte in casa.
Dagli animali allevati, provengono carni, salumi, uova e formaggi. Non mancano, naturalmente, ortaggi coltivati in loco. Fiore all’occhiello, i cavalli, allevati per attività di ippoturismo e ippoterapia. Poi galline, maiali e capre. Arricchendo sempre di più la sua biodiversità animale, Il Larice è da qualche anno anche fattoria sociale – coniuga produttività e formazione con inserimento lavorativo e riabilitazione.
Il ristorante
Un vero e proprio ristorante agricolo, forte delle materie prime e degli ingredienti stagionali prodotti a centimetro zero, assoluti protagonisti in cucina!
A fianco della carta, due menù degustazione. Il primo, più classico, è espressione del territorio; il secondo, più “fine dining”, racconta la filosofia in cucina dello chef David Rottigni.
Per i più tradizionalisti, quindi, che amano o che sono alla ricerca della cucina del territorio, Tagliere di salumi e formaggi home-made, Casoncelli alla bergamasca e Brasato di scottona con polenta di mais antichi: non ci si fa mancare nulla. Per chi invece vuole sperimentare, spazio ad un percorso decisamente più ragionato, figlio dell’incontro tra il desiderio di valorizzare le materie prime del posto e le tecniche apprese in lungo e in largo per l’Italia atte a garantire questo desiderio di valorizzazione.
Il menù degustazione dell’Agriturismo Larice
Con un ottimo calice di Lucelio, il Moscato Giallo di Eligio Magri, si assaggia una Tartare di trota salmonata con gazpacho di barbabietola ed erbe alpine. Il vino, un Bergamasca IGT, è una vera e propria chicca, con un accenno di dolcezza e un bel tono aromatico già al naso. Lo stesso calice resta per l’Asparago alla brace – qui si sente davvero bene che la materia prima scelta è “di casa”, lavorata con lo scopo di valorizzarla al massimo.
Il Carnaroli Salera di 24 mesi è allo zafferano, lo stesso zafferano coltivato da un componente della brigata di cucina! Insieme, nduja di trota, kefir e cipollotto. Anche per lo Spaghettone Felicetti un ragionamento simile: è con bagna cauda, ma al posto di utilizzare l’acciuga, ecco che entra in gioco il pesce di lago, molto più vicino all’agriturismo; chiude il levistico, anche in foglie, che dà quel tocco di vegetale intenso al piatto tutto.
Per chi scegliesse solo un piatto, consigliamo il Capretto con fave, yogurt e menta. Non il solito capretto – qui si comprende la voglia di lavorare, trasformare e “modernizzare” la tradizione e i prodotti di cui si dispone – bensì una terrina, passata poi alla brace, con crema di fave, nasturzio e timo.
Una cucina di gusto, che certamente parte da e rende protagoniste le materie prime di produzione propria o comunque nelle vicinanze, ma anche una cucina che vuole essere più personale e personalizzata. Più moderna da una parte, quindi, e più identitaria – in questo caso l’identità è quella, appunto, del giovane David Rottigni. Il suo punto di svolta, durante due anni di pausa dal Larice, lo deve alle due esperienze “lontano da casa”. Prima Cracco Portofino e poi il St. Hubertus, da – ricordiamolo – Norbert Niederkofler, tre stelle Michelin, prima che si spostasse all’Atelier Moessmer.
Vince la qualità, ma anche il prezzo fa la sua figura!
A chiudere un piatto di stracchino stagionato un mese e accompagnato da una confettura di fragole. Poi il dolce, un Gelato fiordilatte di capra con crumble di mandorla e sciroppo di sambuco, il caffè e un amaro home-made.
Per quella che a tutti gli effetti è una degustazione, racconto di una cucina dall’inizio alla fine, con entrée, due antipasti, due primi, una portata principale, formaggio e dessert, il prezzo a persona è di soli 53 euro!
A dimostrazione che qualche volta, quando si è lontani dai grandi centri urbani, dove i costi da coprire sono maggiori, quando le materie prime sono fatte “in casa”, quando servizio e cucina lavorano bene e collaborano tra loro perché credono in un progetto… Ecco, qualche volta l’alta qualità è davvero accessibile e il rapporto qualità-prezzo vincente!
Agriturismo Larice
Via Valeda 15, Clusone (BG)
www.agriturismolarice.com