Voci nuove siciliane: La Strummula di Santino Corso

La Strummula, come si mangia al ristorante di Santino Corso

Nel borgo marinaro di Porticello, a due passi da Bagheria (PA), la cucina isolana vive reinterpretata in un luogo ricco di suggestioni letterarie e cinematografiche che rimandano a Pirandello e a Tornatore

Cucina siciliana al passo coi tempi a Porticello, pittoresco borgo marinaro del comune di Santa Flavia (PA), in un ristorante dai profondi echi artistici, La Strummula, guidato dal giovane chef Santino Corso.

La Strummula Restaurant: il laccio e la trottola

Il nome anzitutto, quella Strummula che altro non è che la trottola, il cui antico gioco – che consisteva nel tirare la trottola con una cordicella facendola restare in equilibrio il più a lungo tempo possibile –  rimanda a un altro proverbio siciliano: “Sunnu u lazzu e a strummula”, che tradotto letteralmente significa “sono come il laccio e la trottola” e che sta a indicare come le due persone in questione sono inseparabili, proprio come i due componenti del gioco, immortalati qui in un apposito e premiato dessert che dà appunto il nome al ristorante.

E dunque ecco uno spaghetto realizzato con del pistacchio e un soffice di ricotta al suo interno, dell’arancia candita e, a ricreare il getto della trottola per terra, un crumble al cioccolato salato. Un dessert, questa Strummula, che nel 2017 ha meritato a Santino, nato nel 1988 e con un passato tra le cucine dello storico Charleston di Palermo, il premio come “Miglior Chef Under 30” della Sicilia.

Qualità della materia prima e filiera corta

Materie prime di qualità, focus rivolto alla Sicilia e ciò tanto nella cura della filiera di pescatori e contadini, come in quell’orto curato personalmente dallo chef, ma anche nel costante richiamo alle ricette della tradizione, riproposte però con passo contemporaneo.

Menu degustazione o alla carta

L’impronta della cucina è ben visibile nei menu degustazione (in 6 portate al prezzo di 70€ o in 8 portate a 90€). Non manca però una carta da cui pescare liberamente anche i classici, come le linguine alle vongole con le cime di rapa o gli spaghetti alla chitarra con i ricci di mare. Da segnalare un menù vegetariano in cinque passaggi proposto a 50€.

Meritano l’assaggio a La Strummula

Tra le creazioni che meritano l’assaggio: “Un mare di verde”, piatto prettamente vegetariano dove lo scampo di Mazara viene avvolto dalle fettuccine e da un’intensa estrazione di erbe di mare quali le alghe, la salicornia, il finocchio di mare e, a bilanciare il piatto, le foglie di cappero, di pistacchio e ostrica. Molto buono anche il dessert “Sicilia” con gelato e soffice alla Malvasia di Lipari, crumble ai fichi e una cialda ai capperi.

Albergo Il Borgo di Ciàula: 9 camere in una dimora storica

L’esperienza si completa con la sosta in una delle nove belle camere dell’albergo Il Borgo di Ciàula che si richiama esplicitamente a una novella di Luigi Pirandello (“Ciàula scopre la luna”). L’edificio storico, che fu la dimora del cugino del grande scrittore, lo ospitò per alcuni soggiorni estivi. Inoltre il Borgo di Ciàula, oggi di proprietà di Carlo Incandela e dello chef Santino che ne hanno curato la ristrutturazione restituendone il fascino, è stato scelto come set cinematografico da Giuseppe Tornatore per girare alcune scene del suo celebre film Baarìa, nome antico fenicio della città di Bagheria. 

La Strummula Restaurant
Via Roma 113, Santa Flavia (PA) | Telefono: 334.7135042 / 091.8544557
www.borgodiciaula.com