La Porta Restaurant ha un nuovo chef: arriva Pasquale D’Aniello

Nel bellissimo ristorante situato in zona Fiera a Bologna, in prossimità di Porta Europa, il capo brigata entrante ha la responsabilità di portare finalmente in auge un progetto dalle grandi potenzialità

C’è aria di novità al Ristorante La Porta a Bologna, lo scenografico locale in zona Fiera conosciuto anche come “La balena” perché taglia il cielo di via Stalingrado ricordando un mastodontico cetaceo.

Da pochi giorni Lorenzo Venturelli ha passato il testimone della cucina a Pasquale D’Aniello, giovane chef di Castellammare di Stabia (NA) che a Bologna ha già lavorato al ristorante “Sillaro” di Monterenzio, all’interno del Villaggio della Salute Più. Nuovo anche parte dello staff, con l’ingresso in sala – tra gli altri – di Simone Venezia.

Ristorante La Porta: una scenografia spettacolare

Siamo in uno dei ristoranti più belli ed eleganti del capoluogo emiliano, situato in prossimità di Porta Europa (la tredicesima porta all’ombra delle due torri). I suoi ampi spazi lo rendono adatto per celebrare eventi importanti ma anche per una cena intima, favorita dal distanziamento fra i tavoli.

Gli ambienti sono arredati con eleganza e incorniciati da soffitti altissimi. La bella cantina a parete intera, espone oltre 300 importanti etichette italiane e internazionali mentre la zona riservata per gli aperitivi e la cigar room di ultima generazione creano angoli dalle atmosfere internazionali.

Nuovo chef in Porta Europa: arriva Pasquale D’Aniello

Per la proprietà (Gruppo Unipol), è stato coraggioso aver scelto un capo brigata di 32 anni, soprattutto in un momento in cui è necessario recuperare due anni di pandemica inattività. Va anche considerato che finora La Porta non ha conquistato un successo adeguato alle sue potenzialità nonostante si siano avvicendati bravissimi cucinieri come Marcello Leoni, Cristian Mometti e l’uscente Lorenzo Venturelli.

Sicuramente a Bologna la concorrenza è tanta e probabilmente quello di cui parliamo è un locale tanto avveniristico da richiedere un adattamento più lento in un contesto in cui è radicato il culto delle osterie. Oppure, finora, potrebbero aver influito negativamente una cucina poco coraggiosa e una comunicazione non efficace, fatta di parole altisonanti ma priva di anima.

Probabilmente tutte queste congetture hanno la loro verità, ma non spetta a noi fornire delle risposte. Ci interessa, piuttosto, partire dal presente e valutare la cucina di Pasquale D’Aniello.

La nuova cucina de La Porta Restaurant

Il nuovo chef appare ancora poco avvezzo a raccontarsi e a raccontare il proprio lavoro, il che non è sempre un limite; siamo abbastanza convinti che debbano essere i piatti ad esprimersi.

L’esperienza a tavola, al contrario, è stata più esaustiva evidenziando la riconoscibilità delle origini campane e una buona tecnica che potrà solo crescere, se non verranno meno il coraggio e l’audacia che devono caratterizzare un trentenne, da non ingabbiare eccessivamente nelle dinamiche imprenditoriali.

Quella da cui proviene lo chef stabiese è una cultura gastronomica potente, capace di trasmettere passionalità e calore, oltre a fondarsi su un felice miscuglio di ingredienti di terra e mare, fantasia e recupero. Presupposti incoraggianti per sostenere un orgoglio mediterraneo che in terra felsinea vanta già precedenti interessanti e/o stellati, da Agostino Iacobucci a Emanuele Petrosino, passando per Giuseppe Tarantino (Ristorante Corbezzoli, all’interno del Relais Bellaria).

I piatti di Pasquale D’Aniello

Buono l’esordio con la “Tagliatella di seppia con coulis di finocchio, aria al pompelmo e caviale rosso” (16 €), fresca e con un piacevole miscuglio di sapori agrumati e di mare.

A seguire, abbiamo provato il “Tubettino in zuppetta di mare, conchigliacei e prezzemolo” (22 €) che ci ha portato immediatamente nelle famiglie del sud, dove questo formato di pasta ha tutto il confort della tradizione, anche quando è declinato in preparazioni di alta cucina. Buona l’idea e la composizione dei sapori; più delicata l’esecuzione del piatto dal momento che richiede una perfetta cottura della pasta.

La prima “concessione” alla tradizione felsinea arriva con gli ineccepibili tortellini al mignolo. Noi li abbiamo ordinati alla crema di Parmigiano ma il menù li propone in doppio brodo di cappone (19 €).

Si ritorna nella cucina di mare con lo “Sgombro, crema di pane ai cereali aioli e prezzemolo” (21 €), un piatto cucinato bene ma dal quale ci saremmo aspettati un guizzo più spigliato e sorprendente, qualcosa che rendesse contemporaneo un pesce classico.

La pasticceria è affidata a Sara Daolio che gioca molto bene tra i sapori italiani e le contaminazioni internazionali. Carismatica la sua “Tartelletta sablè breton, con pistacchio, caramello e lampone” (9 €) e buono anche il “Babà con crema alla fava tonka, cremoso al lampone e sorbetto al mandarino” (9 €).

I menù degustazione de La Porta

In alternativa alla carta, chi ha piacere di affidarsi ad un percorso stabilità dallo chef, può scegliere fra 3 menù degustazione, diversi nei prezzi e nella composizione: “I Sapori della tradizione” (50 €), “I Sapori dell’Appennino” (60 €) e “I Sapori del Mediterraneo” (75 €). I vini non sono inclusi nel prezzo.

Capodanno a Bologna con il cenone La Porta Restaurant

Per il 31 dicembre, La Porta ha predisposto una serata fatta di buona cucina e di intrattenimento musicale, con la partecipazione di Alessandro Altarocca al piano e Silvia Donati al canto.

Per il cenone è stato predisposto un menù completo a 140 € a persona più degustazione di vini in abbinamento a 60 €, oppure scelta à la carte. Per maggiori informazioni e prenotazioni: tel. 051 415 9491; E-mail: restaurant@laportadibologna.it; www.laportadibologna.it.