Calano le esportazioni di vino italiano in Estremo Oriente: ecco i numeri di una crisi

Vino italiano in Estremo Oriente: calano le esportazioni

Un report di Nomisma Wine Monitor, relativo al 2023, ha indagato le vendite del nostro vino in Cina, Corea e Giappone

Sembrano molto lontani i tempi in cui l’Estremo Oriente gratificava i produttori di vino italiano con acquisti consistenti. Già da qualche anno, infatti, si registra un calo delle esportazioni verso Cina, Corea e Giappone, tendenza confermata nel 2023 a causa del rallentamento generale dell’economia di tali Paesi.

Del tema si è occupato il Report relativo al far West elaborato da Nomisma Wine Monitor, l’Osservatorio dedicato al mercato del vino, nato con l’obiettivo di aiutare imprese e istituzioni della filiera vitivinicola italiana a interpretare correttamente le dinamiche del mercato.

Nello specifico, è emerso che il mercato cinese è scivolato al nono posto per valore dell’import di vino a livello mondiale, dal quarto occupato nel 2018, evidenziando un calo superiore al 20% rispetto al 2022. Una tendenza negativa, questa, che ha investito anche Paesi come la Corea del Sud e il Giappone, importanti mercati di destinazione in Estremo Oriente per il vino made in Italy. 

La Francia sul podio delle esportazioni in Cina

La Francia si conferma il primo partner commerciale della Cina, con quasi il 50% della quota di mercato, seguita dal Cile e dall’Italia, che si colloca sul terzo gradino del ranking con il 10%. L’Australia, leader nel 2020, continua invece a rimanere esclusa dalla classifica in seguito ai pesanti dazi imposti dalla Cina negli ultimi anni, per quanto un accordo raggiunto tra i due governi dovrebbe mettere fine a tale gabella già da quest’anno. Nel complesso tutti i primi 5 Paesi partner commerciali della Cina cedono sul versante del valore delle esportazioni, ad esclusione degli USA.

Per quanto riguarda la Corea del Sud, dopo cinque anni di crescita continua, nel 2023 il mercato ha registrato una battuta d’arresto nelle importazioni di vino, con una diminuzione sia a valore sia a volume rispetto all’anno precedente. Nonostante un calo significativo, anche in questo caso la Francia si conferma primo partner commerciale del Paese, seguita nell’ordine da Stati Uniti, Italia (con una quota del 13%), Cile e Spagna.

Infine, anche il Giappone nel 2023 ha manifestato una flessione nelle importazioni, evidenziando un calo sia a valore sia a volume rispetto al 2022. Nello specifico, le importazioni di vino nel 2023 vedono ancora una volta la Francia al comando, con una quota di mercato che sfiora il 60%. Segue l’Italia con il 12%, in linea con il 2022.

«Nel contesto asiatico dei consumi di vino, la Cina continua a perdere posizioni, denotando cali sia nelle importazioni che nella produzione interna, mentre Giappone e Corea del Sud – pur a fronte di questa battuta d’arresto che trova tratti comuni a livello globale – dovrebbero mantenere significative potenzialità di crescita e di interesse verso i vini italiani» sottolinea Denis Pantini, Responsabile di Nomisma Wine Monitor. 

Esportazione di vini fermi e frizzanti imbottigliati

Entrando maggiormente nel dettaglio, nel 2023 le importazioni in Cina di vini fermi e frizzanti imbottigliati diminuiscono sia a valore sia a volume. La Francia resta leader di mercato, seguita da Cile e Italia. In Corea del Sud, dove i vini imbottigliati rappresentano circa i tre quarti dei vini importati, si registra un calo superiore al 20% sia a valore sia a volume, con l’Italia che si conferma al terzo posto, dopo Francia e USA. In questo specifico segmento, la Francia è prima anche in Giappone, precedendo nell’ordine l’Italia, gli Stati Uniti, il Cile e la Spagna.

Calano le bollicine nell’Estremo Oriente

Relativamente alla categoria Sparkling in Cina si registrano marcate contrazioni sia a volume sia a valore. La Francia mantiene saldamente la leadership di mercato, precedendo l’Italia. In Corea del Sud, si registra un aumento a valore (+3,6%), cui si contrappone un calo dell’import a volume superiore al 20%. In questo mercato, l’Italia si conferma in seconda posizione malgrado vistosi cali sia a valore che a volume. In Giappone, infine, la categoria Sparkling registra una lieve diminuzione a valore rispetto al 2022 a fronte di una riduzione a doppia cifra nelle quantità importate.

I volumi del vino sfuso e dei DOP Italiani

In merito all’import di vino sfuso, in Cina le contrazioni sono state più consistenti rispetto all’anno precedente, con l’Italia che esce dalla classifica dei top 5 esportatori. Per la Corea del Sud, invece, quello del vino sfuso è il segmento che ha registrato sensibili aumenti nelle importazioni sia a valore sia, soprattutto, a volume. In Giappone, invece, le importazioni di questa tipologia di vino hanno subito cali vicini al 20%.

In ultimo, la generale negatività registrata nel 2023 ha influenzato anche le esportazioni di vini DOP italiani. In Cina, tra le principali denominazioni importate hanno sofferto maggiormente i rossi Dop piemontesi e veneti, mentre sono cresciuti gli acquisti di rossi toscani, così come in Corea del Sud e Giappone.

Info: www.winemonitor.it