Viaggio nell’Italia del vino, il ritratto sull’enoturismo nel Bel Paese

Presentato al Senato il nuovo volume scritto dal senatore Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini, con le associazioni Città del vino e Le Donne del vino, sulla base dell’indagine di Nomisma-Wine Monitor

Un giro d’affari da 2,5 miliardi e 14 milioni di presenze annue solo in Italia, le eccellenze vitivinicole non mancano ma l’enoturismo di qualità è ancora (quasi) tutto da costruire: un segmento, quello del turismo del vino, in fortissima ascesa, con numeri di tutto rispetto che fanno capire quanto sia importante rappresentare al meglio il connubio vino-territorio.

Viaggio nell’Italia del Vino: il manuale sull’enoturismo

Normative, buone pratiche e nuovi trend, sono racchiusi nel nuovo manuale Viaggio nell’Italia del Vino, presentato il 13 luglio, a Roma, nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, alla presenza del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e i ministri Elena Bonetti e Massimo Garavaglia.

Un’iniziativa fortemente voluta dal senatore Dario Stefàno, coautore del volume insieme a Donatella Cinelli Colombini e le associazioni Città del vino e Le Donne del Vino, con gli interventi del Ad Enit Roberta Garibaldi, del presidente nazionale Assoenologi Riccardo Cotarella, di Angelo Radica, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino e Denis Pantini di Nomisma – Wine Monitor.

Contributi che hanno messo in risalto quanto l’enoturismo rappresenti un asset di fondamentale importanza per il turismo e per l’economia italiana.

L’appello delle cantine italiane e delle Città del Vino per la creazione di un Osservatorio permanente

L’indagine Nomisma, da cui parte lo studio di Viaggio nell’Italia del Vino, analizza diversi aspetti, su 92 comuni e 150 cantine. Uno scenario tutto italiano, composto da imprese di produzione e territori del vino, il cui quadro normativo aggiornato fa il punto di una situazione che, come chiedono le cantine italiane e le città del vino, potrebbe migliorare se coordinata e gestita da un osservatoriopermanente.

«Per capire le potenzialità del nostro enoturismo – ha sottolineato Denis Pantinibasta ragionare sul fatto che, in Napa Valley, un ettaro di vigneto genera un giro d’affari di 104.000 euro, in Nuova Zelanda 95.000, mentre in Italia questo calcolo ancora non si può fare perché mancano i dati»

L’enoturismo e il ruolo strategico delle donne in vigna e in cantina

«Un libro che è un emozionante viaggio in un’Italia bella, operosa, appassionata e appassionante che attraversa 650 mila ettari di terreni coltivati a vigneto e 300 mila aziende agricole. Numeri importanti che testimoniamo come il vino racconti le straordinarie ricchezze naturali e le incredibili energie umane del nostro Paese»

ha dichiarato nel suo intervento di apertura, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, seguita dalle parole del ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti che ha sottolineato l’impegno delle Donne del Vino nella promozione del ruolo e della partecipazione del protagonismo femminile, in un settore così strategico per lo sviluppo del nostro Paese.

Proprio il nuovo ruolo delle donne nell’enoturismo italiano è fotografato dall’indagine Nomisma e commentato da Donatella Cinelli Colombini:

«Le donne sono il 14% di chi lavora in vigna e in cantina – dichiara la Presidente delle Donne del Vino –  ma rappresentano la maggioranza degli addetti e dei manager nel marketing e comunicazione (80%) del commerciale (51%) e del turismo (76%). Come ha giustamente osservato Denis Pantini, gli uomini producono e le donne trasformano il vino italiano in euro. Dare valore alle donne non è fare un piacere alle donne, ma al vino e a tutta l’economia italiana»

Dario Stefàno: la necessità di una politica di sostegno nazionale

«Non servono soldi, ma politiche pubbliche: basti pensare che in Italia non esiste una cartellonistica stradale, un segnale per indicare la presenza di una cantina»

Attento e preciso l’intervento del Senatore Dario Stefàno, che aggiunge:

«L’indagine condotta da Nomisma offre diversi spunti di riflessione e input di tipo più pragmatico, utili ai produttori per scegliere come agire nelle aree di miglioramento, ma anche ai soggetti istituzionali e dei servizi che intendono supportare la crescita esponenziale di questo comparto e per i giovani che vogliono affacciarsi a questo mondo con competenza. A riprova, se ce ne fosse bisogno, dell’utilità che può avere un monitoraggio costante e tecnico su questo tema, in chiave di programmazione e strategia».

Le Città del Vino e la cultura dell’accoglienza

«Siamo molto soddisfatti per l’ottimo prodotto scaturito dall’attività dell’Osservatorio sull’Enoturismo che portiamo avanti da 20 anni e che quest’anno si è arricchita della collaborazione di due prestigiose associazioni e del lavoro di Nomisma, organismo leader del settore – afferma Angelo Radica, Presidente Associazione Nazionale Città del Vino – Lo studio che quest’anno assume anche la forma di prodotto editoriale sarà una guida utile ed efficace per tutti i policy maker che potranno orientare le loro scelte andando incontro alle esigenze degli operatori del settore e quindi dei turisti».

Lo scenario italiano, composto da imprese di produzione e territori del vino, viene presentato nel libro Viaggio nell’Italia del Vino, con il quadro normativo aggiornato e nella sua attualità post covid, evidenziando come le opportunità costituite dall’interesse dei visitatori diano origine a un diffuso e fitto reticolo di investimenti, aggiornamenti tecnologici e sperimentazioni. Azioni che potrebbero ottenere maggiori esiti se coordinate da una regia nazionale capace di fornire dati puntuali e indirizzare i flussi in modo omogeneo.

«Siamo agli inizi di un percorso di sviluppo, ma non dobbiamo sciupare altro tempo: è un treno che va preso subito e con criterio – conclude il Senatore Dario Stefàno –  Dobbiamo capire che, per le aziende vinicole, rappresenta una grande opportunità: quella di integrare il reddito principale, che deriva dalla produzione di vino, con un reddito complementare legato ad un offerta diversa, e quella di qualificare turismo nazionale che è ripartito quando è tornato a puntare su identità e qualità. Ed un Osservatorio permanente nazionale servirà proprio ad accompagnare questo percorso»