In un edificio prestigioso dei primi del 1500, a pochi passi dal Pantheon, Antonio Palumbo e il suo staff propongono pizze e fritti classici con una variegata scelta dei dessert e drink list di signature e classici su misura
Tra le parole più note al mondo esiste pizza. In molti se ne attribuiscono l’invenzione.
In realtà è un prodotto già presente nell’antichità e il probabile etimo greco sarebbe “peptos” (infornato); per altri deriverebbe dal latino pinsere (pigiare, schiacciare) o ancora dal tedesco beißen (mordere). È certo che la parola pita o pitta è presente nei disparati paesi che affacciano sul Mediterraneo. Catone il Censore vissuto tra il III e il II sec.a.C. parla di un «impasto di forma rotonda con olio d’oliva, spezie e miele, cotto su pietra». Mentre Virgilio nel VII libro dell’Eneide descrive i Troiani, giunti sulle coste del Lazio, che mangiano pietanze su focacce dure di forma circolare che servivano a mantenere il cibo ma che per la fame vengono divorate.
Insomma una pietanza prelibata che, col tempo, raggiunge una popolarità tale da rendere gli stessi pizzaioli delle vere e proprie star tanto da essere conosciute a livello internazionale. Quale straniero, una volta giunto sul lungo Stivale, non desidera addentare una pizza tutta italiana?
Vico Pizz a& Wine a Roma, il bello e il buono
Per le buone forchette e amanti del bello, che giungono o abitano nella Capitale, esiste Vico Pizza & Wine in piazza Rondanini 47. Ad averne avuto l’idea è Antonio Palumbo, originario di Capri, figlio di professore universitario e, da parte materna, quarta generazione che si occupa di ospitalità. Vico è un omaggio al primo pizzaiolo Vincenzo e allo zio Costanzo. Il giovane Palumbo dimostra un senso di riconoscenza e i valori di un tempo.

L’edificio sarebbe certamente piaciuto a Gabriel d’Annunzio per l’unicità e talvolta l’eccentricità del luogo come il sontuoso lampadario nella prima sala, creato con l’utilizzo di un termosifone e la presenza di vetri soffiati, voluto fortemente da Antonio. Per non parlare della medesima costruzione datata ai primi del 1500, desiderata dal Cardinal Thomas Wolsey, potente uomo di Stato alla Corte di Enrico VIII. Al centro del soffitto lo stemma dei Tudor.
Impossibile non notare la boiserie in legno laccata e dipinta in stile “carretto siciliano” realizzata nel 1908 dagli Stabilimenti Ducrot per la famiglia palermitana dei Florio su idea e disegno di Ernesto Basile.
Numerosi gli oggetti provenienti da differenti posti del mondo, disparati i colori e caratteristico il carosello napoletano che sovrasta il bancone costituito dai personaggi della Commedia dell’arte. Siamo certi che anche Carlo Goldoni avrebbe apprezzato.

Lo staff e le pizze
Stilista delle pizze è Ciro De Vincenzo mentre il faraone della sala è Vincenzo Boffo, garbatamente estroverso. Valentina Vari è la miscelatrice di cocktail equilibrati e deliziosi. Ogni giovedì dalle ore 19:00 un DJ alla consolle e una drink list di signature e classici su misura.

Le pizze si guardano, si annusano e si addentano sempre dopo aver goduto di Piscitielli, lune fritte e ripiene, Monatanarine, piccole pizze sempre fritte. Ottima la regina dei carboidrati cotta al padellino. Insolita e chic la Diavola. Variegata la lista dei dessert.
Un luogo a tratti lussuoso nel quale la citazione di Antonio calza a pennello: «La coerenza è banale perché il mondo chiede contrasto».
Vico Pizza & Wine
Piazza Rondanini, 47 – Roma
www.vicopizzaandwine.com