Un sondaggio sulla spumeggiante bevanda ha rivelato un aumento dei consumi di produzioni artigianali acquistate online durante il lockdown

Birra e Coronavirus: qual è stato l’andamento delle vendite e del consumo di una delle bevande più amate dal pubblico durante la chiusura forzata dovuta al Covid-19?
Tutti i dati raccolti nel recente periodo di lockdown hanno evidenziato come, in linea generale, il consumo di bevande alcoliche in Italia sia aumentato, forse per stemperare le preoccupazioni legate al periodo critico che stiamo attraversando. Tale fenomeno ha interessato anche la birra per la quale sono aumentati gli acquisti sul web, soprattutto delle produzioni artigianali.
Il sondaggio
Un sondaggio dell’Associazione Le Donne della Birra, realizzato tra il 23 aprile e l’11 maggio tramite Moduli Google, ha rilevato che quasi un consumatore su 3 (31,8%) ha aumentato i propri consumi di birra nel periodo di quarantena e gli acquisti online hanno rappresentato la modalità di approvvigionamento preferita. Il 23,5% delle persone, invece, ha bevuto meno birra e per il 44,65% le abitudini sono rimaste immutate.
Le 650 interviste raccolte online su un campione di consumatori “esigenti” in materia brassicola, comprensivo di tanti professionisti del settore, hanno evidenziato anche altri risultati interessanti. La compilazione si è svolta su base volontaria e anonima nel rispetto della privacy.
I key point emersi dall’indagine
Dal sondaggio lanciato dall’associazione “in rosa” delle appassionate di birra è emerso, altresì, che 6 consumatori su 10 (61,5%) hanno acquistato birra sul web: il 22,5% hanno fatto ricorso a piattaforme di e-commerce e il 39% direttamente dallo shop online di produttori, pub o beershop. A seguire il supermercato, scelto dal 43,2% del totale degli intervistati (prima si fermava al 36,2%). In pratica la chiusura dei locali pubblici, precedentemente frequentati dal 77,9% degli intervistati, ha indotto a consumare tra le quattro mura domestiche.
Preferenza per le birre artigianali italiane

Il lockdown ha innescato un cambiamento anche nelle modalità di acquisto evidenziando un ricorso massiccio al commercio digitale. L’e-commerce ha fatto scoprire nuovi prodotti ma, soprattutto, ha dimostrato la sua praticità ed efficienza in mesi in cui non si poteva uscire di casa.
Circa 1 consumatore su 2 (45,4%) ha affermato di aver modificato (in parte o totalmente) abitudini di ‘bevuta’ (marche, stili, ecc.). Nella classifica delle preferenze, il 77,7 % degli intervistati ha prediletto le birre artigianali, 1 su 3 ha optato per quelle industriali e 1 su 4 quelle d’importazione.
Birra e Coronavirus: l’esplosione dell’e-commerce
L’avanzata inevitabile dell’e-commerce è destinata a continuare in futuro? A quanto pare sì se il 23,5% degli intervistati ha indicato che vi farà ricorso sicuramente anche oltre l’emergenza e il 28,6% qualche volta. Prima del Covid-19, il ricorso agli acquisti on line indicato dagli intervistati si attestava al 21,7%. Nello specifico gli acquisti online presso i siti di birrifici, beershop o pub si fermavano al 10,5%, quelli presso le piattaforme di e-commerce all’11,2%.
A contribuire all’exploit di cui si tratta sono stati i social media che hanno fatto conoscere questa opportunità (51,2%). Passaparola e strategie di comunicazione attuate dal birrificio hanno fatto il resto (29,5%).
Meeting e degustazioni online
In piena pandemia non è stato solo l’e-commerce a esplodere, ma anche gli eventi online: dai videoparty ai meeting sulle piattaforme più disparate. Le degustazioni online sono state uno dei fenomeni più performanti poiché hanno creato modalità innovative di interazione col settore brassicolo, assecondando la propria passione.
Solo il 16,8% degli intervistati ha riferito di averle seguite ma il gradimento si è rivelato incoraggiante sia per i birrifici sia per gli esperti che le hanno ideate.
Associazione Le Donne della Birra
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