Diabete: tenerlo sotto controllo con la giusta alimentazione
È una patologia metabolica cronica dovuta all’iperglicemia o aumento degli zuccheri nel sangue e può determinare conseguenze gravi. Ecco qualche consiglio sulla dieta anti-diabete
Gli ultimi dati sul diabete, diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, risalgono al 2016. A quella data, le persone affette da questa malattia cronica erano oltre 3 milioni e 200 mila, cioè il 5,3% dell’intera popolazione.
Cos’è il diabete e quali sono le sue cause
Il diabete mellito è una malattia metabolica cronica caratterizzata dall’aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia) e può essere determinato da fattori genetici (familiarità) o ambientali (vita sedentaria, alimentazione sbilanciata ricca di zuccheri e grassi).
Le forme di diabete più diffuse sono due:
- Diabete di tipo 1, caratterizzato dalla totale incapacità delle cellule beta del pancreas di sintetizzare l’insulina
- Diabete di tipo 2, determinato da una ridotta sensibilità dell’organismo all’insulina a cui segue una condizione di insulino-resistenza.
Esistono altre forme di diabete, legate a difetti genetici delle beta cellulare o del legame dell’insulina ai suoi recettori, malattie del pancreas esocrino e il diabete “gestazionale“ che si manifesta o può essere diagnosticato per la prima volta durante la gravidanza.
Quali sono i sintomi del diabete?
Inizialmente, il diabete di tipo 2 rimane asintomatico poiché l’iperglicemia si sviluppa in modo graduale. Tuttavia, con il tempo, questa condizione si manifesta con i seguenti sintomi e segni:
- Polidipsia (sete intensa)
- Poliuria (frequente bisogno di urinare, anche di notte)
- Glicosuria (presenza di glucosio nelle urine)
- Polifagia (aumento della fame) o perdita di peso immotivata
- Vista disturbata
- Senso di affaticamento
- Piccoli tagli o ferite che impiegano più tempo per guarire.
I principali sistemi diagnostici
Per la corretta diagnosi del diabete mellito è necessario valutare i livelli di glicemia nel sangue e si può effettuare in vari modi:
- esame a digiuno: viene rilevata la glicemia al mattino dopo almeno 8 ore di digiuno; un livello glicemico con valori uguali o superiori a 126 mg/dl, è indicativo di diabete;
- emoglobina glicosilata (HbA1c): fornisce una valutazione media della glicemia degli ultimi 2-3 mesi; se superiore a 6,5%, può indicare la presenza di diabete;
- curva da carico orale di glucosio: dopo la valutazione della glicemia basale, al paziente viene fatta consumare una bevanda contenente 75 grammi di glucosio. Se, a distanza di 2 ore, si rileva un valore di glicemia uguale o superiore a 200 mg/dl, viene diagnosticato il diabete.
Cosa mangiare in caso di diabete e cosa evitare
Per non peggiorare la condizione di iperglicemia è sempre opportuno considerare, per ogni alimento, sia l’indice glicemico che il carico glicemico. L’indice glicemico è un valore che esprime la rapidità con cui gli alimenti contenenti carboidrati fanno aumentare la concentrazione di glucosio nel sangue mentre il carico glicemico rappresenta l’impatto sulla glicemia di un pasto glucidico in base al suo indice glicemico (IG) e alla quantità di carboidrati contenuti.
Cibi da non assumere
Le persone che soffrono di diabete dovranno sicuramente evitare determinati cibi e, in particolare:
- Zucchero bianco e di canna per dolcificare ma anche sciroppi come quello d’acero o d’agave, e miele, sostituendoli con dolcificanti naturali come la stevia
- Dolci come torte, pasticcini, biscotti, budini, gelati, caramelle, etc.
- Marmellate e confetture
- Frutta sciroppata, candita e mostarda di frutta
- Bevande zuccherate come cola, aranciata, acqua tonica, tè freddi ma anche i succhi di frutta poiché contengono naturalmente zucchero
- Salse contenenti zucchero come ketchup, salsa barbecue, etc.
- Condimenti grassi come burro, margarine, panna, etc.
Alimenti da limitare
Esistono poi categorie di alimenti che devono essere fortemente limitate:
- Frutta: contiene naturalmente zucchero (fruttosio). In particolare vanno ridotti i frutti più zuccherini come uva, banane, fichi, cachi, melone e anguria. Anche il grado di maturazione influisce sull’indice glicemico del frutto che si innalzerà con il passare del tempo
- Patate e mais che sono fonte di amido e sostituti: pane, pasta, riso e altre fonti di carboidrati complessi. Dal momento che le patate hanno un indice glicemico abbastanza elevato, sono da limitare anche i suoi derivati (purè, gnocchi, etc.)
- Barbabietole e manioca
- Riso e alimenti a base di farine raffinate (pane bianco comune, grissini, cracker, fette biscottate, etc.) poiché hanno un elevato indice glicemico.
Cosa possono mangiare i diabetici
Molti pensano che una diagnosi di iperglicemia rappresenti la fine dei piaceri della tavola, ma non è così. Se vi state chiedendo cosa mangiare in caso di diabete, ecco tanti di prodotti per i quali non ci sono limitazioni:
- Verdure come lattuga, spinaci, cavoli, cime di rapa, etc.
- Pesce fresco o surgelato
- Carboidrati integrali (es. pasta integrale, pane integrale, cracker integrali, fette biscottate integrali, etc.) perché aumentano gli apporti di fibra e riducono il picco glicemico
- Legumi come ceci, fagioli, lenticchie, piselli, fave, etc., poiché hanno un basso indice glicemico
- Carne, sia rossa che bianca, e affettati magri
- Latte e yogurt scremati o parzialmente scremati poiché alimenti con un basso indice glicemico.
L’importanza del movimento
L’attività fisica è fondamentale nel trattamento del diabete poiché contribuisce al calo del peso, favorisce l’utilizzo del glucosio a livello muscolare dunque riduce la glicemia e favorisce la sensibilità insulinica.