Dal paesaggio millenario degli ulivi alle tavole del mondo: il tour dell’olio in Puglia, organizzato della delegazione regionale della Fondazione Italiana Sommelier, ha celebrato l’EVO, tra terre vocate e grandi produttori
In una terra dove ulivi secolari e muretti a secco disegnano l’anima del paesaggio, la Puglia si afferma come regina indiscussa dell’oro verde italiano.
Con 746 frantoi attivi e 330.700 ettari dedicati, la regione rappresenta, infatti, il cuore pulsante della produzione di olio extravergine d’oliva in Italia, contribuendo per il 31,6% alla produzione nazionale.
L’ulivo, simbolo identitario impresso persino nello stemma regionale, racconta millenni di passione e dedizione ma anche di resistenza, affrontando sfide come la Xylella e la contraffazione, e riaffermare così il suo ruolo di leader del settore.
In questo scenario si inserisce il tour EnoEvo Puglia 2025, giunto alla sua seconda edizione e organizzato dalla Fondazione Italiana Sommelier Puglia. Un viaggio immersivo “EVO & Wine experience” che ha unito giornalisti e creator digitali, per raccontare la qualità dell’olio extravergine pugliese, attraverso visite ai frantoi più rappresentativi, degustazioni guidate e incontri con i produttori.
Un progetto che, oltre a promuovere il territorio, è stato anche un trampolino verso EVOLIO Expo, l’evento dedicato all’olio extravergine che si è tenuto presso la Fiera del Levante di Bari dal 30 gennaio al 1° febbraio (ne abbiamo parlato qui).

Tour dell’olio in Puglia, tra uliveti, frantoi e produttori
L’oleoturismo in Puglia è in costante crescita, affermandosi come un’esperienza autentica e coinvolgente nel panorama del turismo enogastronomico.
Una vera e propria rivoluzione culturale che spinge sempre più produttori ad aprire alle visite di un pubblico più interessato e consapevole di un tempo.
Vecchi frantoi e antiche masserie si trasformano così in moderne cattedrali del gusto, offrendo percorsi di degustazione e approfondimenti sulla dieta mediterranea. La possibilità di acquistare direttamente in frantoio, poi, si estende oltre il viaggio con ordini online che mantengono vivo il legame tra consumatore e produttore.
Nasce una nuova visione del frantoio pugliese, che muta la sua immagine da semplice luogo di produzione dell’olio in una azienda multifunzionale: non più solo imprese stagionali, ma realtà dinamiche in grado di offrire turismo, cultura e gastronomia.
La Fondazione Italiana Sommelier Puglia ambasciatori della qualità
Dietro il tour EnoEvo Puglia 2025 c’è la visione di una giovane e dinamica Fondazione Italiana Sommelier Puglia (www. puglia.bibenda.it), guidata dal suo presidente Giuseppe Cupertino.

Nata nel 2015, la Fondazione festeggerà quest’anno il suo decimo anniversario, continuando a promuovere la cultura dell’olio e del vino con corsi e progetti che valorizzano le varietà autoctone e le espressioni più autentiche della produzione pugliese.
Il tour ha rappresentato un’occasione per rafforzare questa missione, puntando sulla comunicazione digitale e sul coinvolgimento di un pubblico internazionale di consumatori sempre più attenti alla qualità e alla sostenibilità.
L’olio EVO pugliese: il benessere in ogni goccia
Non solo un condimento, l’olio extravergine di oliva pugliese si è rivelato un vero concentrato di proprietà benefiche. La sua ricchezza in polifenoli, in particolare idrossitirosolo e oleuropeina – responsabili del caratteristico sapore amaro e piccante – ne fa un alleato prezioso per la salute.
Un tempo considerati difetti organolettici, questi sentori sono oggi riconosciuti come un valore aggiunto di qualità e freschezza, capaci di differenziare il prodotto premium sul mercato.
La svolta arriva dalla nutraceutica, al centro di numerose ricerche condotte dall’Università degli Studi di Bari: dall’elevata digeribilità che favorisce il benessere gastrointestinale alle proprietà antinfiammatorie, fino ai benefici per la pelle e alla capacità di ridurre il colesterolo cattivo.
La Puglia dell’olio extravergine dimostra così la sua natura resiliente, perseguendo un modello di produzione sostenibile che trasforma le sfide in grandi punti di forza. Un prodotto d’eccellenza che si inserisce perfettamente nel contesto della dieta mediterranea, di cui l’olio EVO è protagonista indiscusso.
Tra olio, vino e masserie: le tappe del tour EnoEvo Puglia 2025
Il viaggio tra le radici dell’extravergine ha toccato alcune delle aziende più rappresentative, dando voce ai racconto di chi vive e custodisce questo patrimonio unico.
DOP Castel del Monte: l’oro verde della Coratina
Nella zona considerata la “champagne dell’olivicoltura pugliese” domina la Coratina, cultivar regina della Puglia, dall’inconfondibile profilo sensoriale.
Ad Andria, la seicentesca Azienda Agricola Conti Spagnoletti Zeuli è un nome storico anche nella produzione di eccellenza sul vino, con importanti produzioni di Bombino bianco e nero e, tra tutti, la Riserva DOCG a base di Nero di Troia Terranera. L’olio è il fulcro dell’azienda del Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, con 38.000 piante di Coratina nella bellissima Tenuta Zagaria, da agricoltura sostenibile: eccelle tra gli oli, la DOP Terra di Bari Castel del Monte, dal fruttato intenso e complesso, carciofo e mandorla (www.contespagnolettizeuli.it)

Il Frantoio Sabino Leone si lega invece al territorio di Canosa di Puglia e alla lunga storia della Masseria Covelli: un’area protetta e circondata da tre alture, Gargano, Murgia e il Monte Vulture, ricca di fiumi sotterranei e terreni tufacei. La linea EVO Premium comprende oli tra i più premiati al mondo. Cinque monocultivar, cinque diverse espressioni tra cui il Don Gioacchino DOP, dedicato al fondatore dell’azienda, ottenuto da ulivi secolari di oltre 220 anni, con note di mandorla verde, carciofo e cicorietta selvatica (www.sabinoleone.it)

DOP Terra di Bari: il viaggio sensoriale nel cuore della Puglia
Il Frantoio Ciccolella è una delle aziende più rinomate, con 8000 piante di ulivo in un’area distesa che va da Molfetta a nord di Bari. Giuseppe Ciccolella raccoglie qui l’eredità di una famiglia di agricoltori, ponendo un’attenzione particolare alla qualità. Produce infatti oli di eccellenza come Esordio, una limited edition, blend di Ogliarola Barese, Coratina, Leccino e Bella di Cerignola. Da menzione, anche la Coratina D.O.P. Terra di Bari Cagnara, fruttato intenso con sentori di erbe aromatiche e mandorla (www.oliociccolella.it)

Marina e Francesco, della quindicesima generazione, sono al timone del Frantoio De Carlo in area di Bitonto, azienda rinomata per l’eccellenza dei suoi oli, conserve e grani. Nei loro 160 ettari di biologico, producono 8 etichette, tra cui 5 monocultivar e 3 blend: fiori all’occhiello sono il monocultivar Arcamone e l’Olio di Felice Garibaldi da Ogliarola (Cima di Bitonto), un presidio Slow Food dedicato al fratello dell’eroe dei Due Mondi, imprenditore oleario in Puglia. Ma la storia di De Carlo inizia nel lontano 1600, con mastri oleari che, tra i primi, hanno saputo esportare l’oro verde pugliese in tutto il mondo (www.oliodecarlo.com)

Dalla Valle d’Itria al Salento, tra sfide e innovazione
Ad Alberobello, il Frantoio Intini è un’esperienza indimenticabile: qui, Pietro Intini crea oli che incantano i sensi, con profumi e sapori avvolgenti. Il terroir unico dei suoi venti ettari, con terreno argilloso e forti escursioni termiche, esalta le caratteristiche delle olive, dando vita a oli monovarietali e blend di straordinaria qualità, ottenuti da agricoltura biologica e considerati tra i migliori in Europa. La cultivar Cima di Mola, un tesoro recuperato e ora presidio Slow Food, regala un olio dal profilo aromatico unico, con note di menta, pepe nero e carciofo (www.oliointini.it)

A Montalbano di Fasano, Marco Rizzi di Tenuta Allegretti racconta nei suoi EVO una Puglia a colori, tra il verde degli ulivi, il bianco candore della pietra viva e l’azzurro del mare poco distante. Una nuova generazione che segue le proprie passioni, in questi 100 ettari di ulivi, tra monumentali e giovani. Un paesaggio che si riflette nelle sette tipologie di cultivar, che danno vita a oli che celebrano la biodiversità come il Picholine BIO, dal fruttato intenso con sentori di pomodoro verde, e la linea biologica IGP Donnafranca (www.tenuteallegretti.com)

Storie salentine di EVO e di rinascita dell’olivicoltura
Il Salento, terra di ulivi secolari e di sfide importanti. Il tour ha toccato da vicino le zone colpite dalla Xylella Fastidiosa, un flagello che ha messo a dura prova l’olivicoltura locale. In prima linea nella lotta contro questa malattia, l’associazione Save the Olives ONLUS, presieduta da Francesco Winspeare, rappresenta un faro di speranza.
Questa organizzazione di volontari, con il supporto dei principali esperti del settore, offre infatti un aiuto concreto agli olivicoltori colpiti, contribuendo attivamente alla rinascita di un territorio. E per un futuro in cui gli ulivi monumentali del Salento siano immuni alla Xylella, Save the Olives ha da poco avviato dei corsi per innestatori.
Un esempio emblematico di questa resilienza è il Frantoio Taurino a Squinzano. L’azienda, che ha subito la perdita di 50 dei suoi 170 ettari di uliveto, ha saputo trasformare la difficoltà in un’opportunità. Attraverso un sapiente reimpianto di cultivar resistenti come la Favolosa e il Leccino, il frantoio ha non solo recuperato la sua produzione, ma ha anche riaffermato i suoi storici livelli di eccellenza. Tra i suoi oli, spiccano il Polaris, un extravergine dal fruttato medio e delicato, e il raffinato Sirius, un blend armonioso che celebra le varietà Cellina di Nardò, Nociara e Frantoio (www.agricolataurino.it)

Non solo olio: vino e masserie protagonisti a EnoEvo Puglia 2025
Nel cuore dell’Alta Murgia, la Tenuta Bocca di Lupo – Tormaresca, proprietà della famiglia Antinori, rappresenta un punto di riferimento per la viticoltura pugliese.
A Minervino Murge, su terreni calcarei, questa azienda ha saputo trasformare un paesaggio aspro in un terroir ideale per vini di grande eleganza. Qui nascono etichette che portano il nome della Puglia nel mondo, come lo straordinario Pietrabianca, da uve Chardonnay, e il Bocca di Lupo, un Aglianico in purezza che incarna l’anima del territorio, frutto di una viticoltura meticolosa che valorizza ogni microzona.
Al centro della Tenuta, una splendida Masseria ha ospitato una cena esclusiva, con i piatti dello chef Pietro Zito, maestro della cucina di territorio e patron del celebre ristorante Antichi Sapori a Montegrosso. La sua arte è un omaggio alla biodiversità pugliese, un’esperienza enogastronomica che celebra il legame tra vino, terra e cultura del buon vivere.
A Pezze di Greco (BR), la Masseria Montenapoleone è un luogo dove il fascino del passato si fonde con il comfort moderno. Le sue suites, arredate con un originale mix di shabby e recycling chic, raccontano storie di tradizione e creatività.

Oltre a frutta, verdure e vino (ottimo il loro Susumaniello), la tenuta di Giuliano Monteneve produce anche tre oli extravergini di oliva: Il Mille, monocultivar da ulivi millenari; Il Cento, da piante centenarie e Il Venti5, un blend da ulivi più giovani. Accanto ad una cucina raffinata, la masseria offre anche esperienze uniche, come aperitivi tra i filari, percorsi di etnobotanica e momenti di relax in spa sensoriale che celebrano il legame tra natura e benessere.