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“Vino da mare”: in Italia quasi una DOP su 3 si affaccia sulla costa

Il turismo del vino nelle regioni Marche, Sicilia, Puglia e Abruzzo sta crescendo in qualità e consumo: è la sintesi presentata ad un convegno organizzato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, in occasione dei 50 anni della Doc Bianchello del Metauro.

Vino da mare: in Italia quasi 1 DOP su 3 si affaccia sulla costa
Convegno di Fano, organizzato a Fano dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Foto © Ufficio stampa).

Il vino e il mare, un legame d’amore che si perde nella notte dei tempi, una comunione di popoli e culture che parte dai Greci e attraversa la memoria storica delle civiltà mediterranee, su luoghi che con il loro fascino – da sempre – attraggono i navigatori alla ricerca di nuovi approdi.

Vino e mare, un connubio importante e secolare

Un connubio vincente che vuol dire ripercorrere la storia stessa della vite, in un labirinto di rotte commerciali e nuove civiltà che fioriscono sulle coste. Attraverso il mare, ogni vitigno ha conosciuto terre e destini diversi, con conseguenti alternative di sviluppo economico (vedi le rotte del Marsala).

Nuovi terreni dove poter diventare autoctoni, differenti tra loro per origine e composizione, dalla sabbia alle rocce vulcaniche, ma accomunati da una viticoltura difficile e a tratti eroica.

Se si pensa all’Italia e al suo importante sviluppo costiero, notiamo come quasi in tutte le nostre regioni siano presenti denominazioni di vini provenienti da territori affacciati sul mare, i cosiddetti vini di costa o “marittimi”, senza considerare l’apporto e la presenza delle due grandi isole, Sicilia e Sardegna, nonché le numerose piccole realtà dei nostri arcipelaghi.

Convegno Vino da mare: 1 DOP su 3  deriva da aree sul mare

Il connubio vino e mare è sinonimo di vino bianco, il cui consumo ed export è cresciuto più velocemente dei vini rossi (+47% contro il +35%, dal 2010 al 2018).  Nel Bel Paese quasi una DOP su 3 si affaccia sul mare e il turismo crescente sulle nostre coste traina i vini “marittimi” di Marche, Sicilia, Puglia e Abruzzo.

Questo quanto emerso nel convegno ‘Vino da mare’ organizzato a Fano dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), tracciato dal responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini.

Secondo l’analisi, presentata in occasione dei 50 anni della Doc Bianchello del Metauro, il 31% delle 408 DOP della Penisola vanta areali con sbocco sul mare, con Marche, Liguria, Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Molise e Abruzzo che presentano una percentuale “marittima” delle loro denominazioni con oltre il 75%.

Vino da mare: Bianchello del Metauro
Bottiglie di Bianchello del Metauro DOC (Foto © Ufficio stampa).

Si produce di più sulla fascia tirrenica, un dato confortato anche dai cambiamenti climatici. Insomma, fa più caldo e si consuma più vino bianco. Un’incidenza singolare tra i principali Paesi produttori, destinata a crescere se si tiene in considerazione che – fatta eccezione per il Prosecco, che comunque in piccola parte si affaccia sulla costa – in Italia la produzione di vini marittimi è cresciuta negli ultimi anni del 45%, a fronte di un +13% degli altri vini.

Le carte vincenti dei “vini marittimi”

In questo scenario, anche il mercato sembra assecondare la tendenza: tra le 7 regioni italiane cresciute nell’export di oltre il 90% nell’ultimo decennio, ben 4 presentano una forte incidenza di vigneti “marittimi” (Marche, Sicilia, Puglia e Abruzzo).

In Italia quasi 1 DOP su 3 si affaccia sulla costa
Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini -IMT (Foto © Ufficio stampa). 

«Una componente importante per le esportazioni è data dal turismo – ha detto il direttore Imt, Alberto Mazzoni – È evidente che un bacino di turisti stranieri possa rappresentare una leva fondamentale per la promozione delle produzioni autoctone; è il caso del Bianchello del Metauro e di altre aree marchigiane, a forte concentrazione di turismo balneare».

 

Freschezza, finezza ed eleganza sono per gli esperti le carte vincenti dei vini marittimi e in particolare della Doc Bianchello. Secondo il presidente Assoenologi Marche, Giuliano D’Ignazi:

«L’escursione termica è il fattore fondamentale per un prodotto che si distingue per la freschezza e la facile beva. Caratteristiche queste che unite alla sua bassa gradazione sono sempre più apprezzate dalla domanda». «Un vino a forte espressione territoriale – ha aggiunto l’enologo Umberto Trombelli – che deve mantenere la propria identità anche attraverso l’azione di tutela e promozione del consorzio di riferimento».

Complice anche il Bianchello del Metauro, la stessa provincia di Pesaro ha registrato infatti nel decennio una crescita nelle esportazioni di vino di oltre il 370% con Germania, Cina e Usa le principali destinazioni.

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Malinda Sassu

Giornalista e autore Wine, Food & Travel per diverse testate giornalistiche cartacee e online, in Italia e all'estero. Appassionata della vita, dei viaggi e della gente, scopro il mondo attraverso il cibo e il vino, esplorando ristoranti nascosti, cantine e destinazioni culinarie uniche.

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