Il lavoro di finitura dei rosati pugliesi è in continua evoluzione e con risultati eccellenti che sanno distinguersi nel gusto, ritagliandosi una propria identità e uscire dal trito e ritrito schema “lo bevo solo d’estate”.
Quando si pensa al vino rosa in Italia, inevitabilmente, un po’ per tradizione (nasce qui il primo rosato italiano), un po’ per grandi vitigni autoctoni che ben si prestano a questa tipologia di produzione, si pensa alla Puglia. Dall’intramontabile Negroamaro al più incisivo e “nuovo” Primitivo fino alla Malvasia Nera, bacche preziose, perfettamente adatte a dar vita a vini rosati “facili” da bere, piacevoli e appaganti, spesso distinguibili per l’ottimo rapporto qualità-prezzo.

Rosati pugliesi: tradizione in miglioramento continuo
Sarà un po’ per questo che è in Puglia che si trovano due dei Consorzi più forti di tutela “rosa”, quali Castel del Monte e Salice Salentino. Sarà un po’ per questo che il lavoro di finitura dei rosati pugliesi è in continua evoluzione, portando a risultati davvero eccellenti, che sanno distinguersi nel gusto, ritagliarsi una propria identità e uscire dal trito e ritrito schema “lo bevo solo d’estate”.
Enumerarli tutti è davvero difficile: la Puglia meriterebbe di essere scoperta in macchina, porta dopo porta, cantina dopo cantina, a suon di assaggi. Tuttavia, tra immancabili e piccole chicche, possiamo attraversare questa lunga regione scoprendo come i diversi vitigni autoctoni possano rivelarsi ottimi rosati, in purezza o in blend.
Negroamaro rosato: 5 etichette da provare
In primis, il re dei rosati pugliesi: quello ottenuto da uve 100% Negroamaro. Se ne trovano davvero moltissime referenze sparse dalla provincia di Bari fino alla punta estrema della Puglia. Ognuna con propri caratteri distintivi, peculiarità, storie… Noi ve ne raccontiamo cinque che abbiamo apprezzato molto.
Dipinta – Negroamaro Rosato IGP Salento 2023, di Antica Masseria Jorche
La prima è Dipinta (Negroamaro Rosato IGP Salento 2023) di Antica Masseria Jorche.
Da una parte un vino rosa tenue con riflessi cerasuolo, un aroma intenso di rosa e frutti rossi al naso, una bella rotondità e una piacevole freschezza in bocca. Dall’altra un significato: Dipinta non è solo il nome di fantasia, ma anche un acronimo: Donne Inseime Per Il Nostro Territorio Apulia, «un progetto che rappresenta la presenza femminile nel mondo del vino e il nostro sentirci partecipi, come donne e come azienda al femminile, alla crescita di un territorio, il nostro», spiega Dalila Gianfreda di Antica Masseria Jorche. Info: jorche.it
Rosé Puglia IGT di Masseria Surani
100% Negroamaro è anche Rosé Puglia IGT di Masseria Surani. L’ispirazione arriva da Soranì, il nome della località dove questo vino prende vita (siamo sempre in Salento). La cantina ha voluto immaginare questa zona come una donna, «misteriosa, elegante e passionale come la terra che la rappresenta».
A questa terra, alla sua femminilità, il vino rende omaggio: un rosato elegante e raffinato che presenta al naso note floreali dalla rosa al geranio, ma anche interessanti note fruttate di pompelmo rosa e melograno. I terreni ricchi di calcare e ferro combinati alla vicinanza del mare regalano al vino una delicata sapidità in bocca, che ben si sposa con la gradevole freschezza che contraddistingue il Negroamaro rosa pugliese. Info: masseriasurani.it

Clo’, Negroamaro in purezza dell’azienda Garofano
Il Negroamaro è così un vitigno che, in rosa, può regalare davvero piacevolezza al naso e in bocca, la giusta freschezza e una bella beva. Ma allo stesso tempo è capace di offrire, con la giusta attenzione, la giusta consapevolezza, evoluzioni particolari atte a renderlo unico fra tanti.
Un esempio è il Clo’ dell’azienda Garofano. Siamo sempre nel Salento, abbiamo sempre a che fare con Negroamaro in purezza. L’abilità della cantina sta nell’esaltarne tratti esemplari come il chiodo di garofano (che al vino dà nome), quel sentore speziato che spinge il rosato pugliese da Negroamaro.
Un vino mediterraneo, rotondo e sapido, che sa stuzzicare mantenendo la propria eleganza. Un colore vivace luminoso, un naso ricco con protagonisti i frutti di bosco già maturi. Una bocca tonda sì, ma che trova il giusto equilibrio con freschezza e mineralità. Un vino azzeccato perché semplice ma personale, un’ottima scelta come abbinamento ai piatti tipici della cucina mediterranea. Info: vinigarofano.it
Five Roses di Leone De Castris
Cura, attenzione. Studio, ricerca ed evoluzione. Fino a raggiungere i massimi livelli. C’è chi ha avuto decenni per affinare il proprio rosato da uve Negroamaro, portandolo ad un’armonia invidiabile. Si tratta di Leone De Castris con il suo Five Roses, il primo vino rosato imbottigliato in Italia. Un vanto vero, l’orgoglio di aver creduto in una tipologia di vini che nel lontano 1943 difficilmente poteva pensare di arrivare ad una così grande popolarità.
Il Five Roses nella sua edizione limitata (a cominciare dall’80ª annata) si presenta con un’etichetta moderna, essenziale, decisa. Ma all’interno cela (ma nemmeno troppo) tutta la forza della tradizione e della passione di una cantina che al vino rosa ha fatto fare la storia. Tra i sentori si distinguono ciliegia e fragolina di bosco. Il sorso è fresco, morbido, piacevole e persistente.
Nel caldo ma ventilato Salento, Leone De Castris regala da quasi un secolo un vino rosa di altissimo livello. Una garanzia, per chi è all’inizio della sua scoperta di questa regione vinicola “in rosa”. Info: www.leonedecastris.com
Mazzì, il rosato della cantina Rosa del Golfo
Come anticipato, però. il Negroamaro dà ottimi risultati in purezza, certamente, ma anche blendizzato. Così è per il Mazzì, il rosato della cantina Rosa del Golfo. 90% Negroamaro e 10% di Malvasia Nera Leccese (siamo vicini al mare, a circa una 40ina di chilometri da Lecce).
Questo rosato, che durante la propria fermentazione entra – in parte – anche a contatto con legno di rovere bianco, si presenta di un rosa intenso con riflessi corallini e rubini, un naso ampio, tra frutta e una lieve tostatura. Morbidezza ed eleganza contraddistinguono il sorso, una bella persistenza. Un bell’esempio di come correttivi in cantina possano regalare piacevoli sorprese, dal bell’equilibrio generale tra morbidezze e durezze a tratti peculiari come il gusto di nocciola tostata in bocca. Info: rosadelgolfo.com

Primitivo rosato: due etichette da provare
Non è tuttavia il Negroamaro l’unico vitigno pugliese che ben rende quando vinificato in rosa. Almeno un altro merita un proprio spazio: il Primitivo. Una bacca rossa intensa, carica di frutti maturi, che ben si presta vinificato in rosso all’invecchiamento e a regalare sentori speziati, fino a note di cacao e tabacco. Un vigneto che porta a vini morbidi, caldi, con tannini importanti ma rotondi.
Dal Primitivo nascono due grandi rosati, due eccellenze che meritano di essere assaggiate almeno una volta per coloro che amano questa tipologia di vino: il Tramari e il Sessant’anni Rosé, entrambi di Cantine San Marzano.
Tramari Rosè di Cantine San Marzano
Il Tramari, affinato in acciaio, è l’esempio del buon rapporto tra qualità e prezzo. È un vino fresco, elegante, con un bellissimo equilibrio al palato. Ma è il suo profumo a stregare: Tramari rilascia al naso interessantissime note di macchia mediterranea che quasi sovrastano il frutto, regalando qualcosa di unico e capace di incuriosire ad ogni degustazione. Info: sanmarzano.wine
Sessant’anni Rosé di Cantine San Marzano
Il Sessantanni Rosé, sempre da uve Primitivo 100%, è eleganza. Un ottimo equilibrio tra durezze e morbidezze in bocca (rotondità e freschezza si dimostrano complementari senza sforzi), una grande armonia tra profumo e gusto. Un vino consapevole, che – spingiamoci oltre -, pur essendo ottimo compagno di primi e secondi a base di pesce, si apprezza davvero bevuto da solo. Non frequente una sentenza tale per un vino rosa. Info: sanmarzano.wine

Vitigno Notardomenico: Maccone IGT Puglia di Angiuli Donato
Negroamaro, Primitivo. I vitigni principe della Puglia, per rossi e rosati. Ma come anticipato, non i soli: una regione devota al vino rosa sperimenta, ricerca, studia, azzarda. È lungo questa corrente che incontriamo Maccone IGT Puglia Rosato di Cantina Angiuli Donato, da vitigno 100% Notardomenico. Ci allontaniamo, ci spostiamo più a Nord, nella provincia di Bari.
Il Notardomenico Maccone ha un colore rosa tenue e lievi sfumature violacee. Un naso interessante, dove a predominare è la pesca bianca, un gusto secco e leggero, animato da una buona freschezza. Un rosato che incontra i gusti più recenti del consumatore, ma che allo stesso tempo rispecchia l’animo curioso dell’azienda. Info: www.angiulidonato.com

Maccone Rosato 19 Cantina Angiuli Donato
Ed è sempre della stessa cantina un’altra dimostrazione di ricerca, non più “orizzontale” ma “verticale”. Una particolarissima trasformazione che, nonostante non possa essere completamente definita “vino rosa” è dal vino rosa che prende vita. Il Maccone Rosato 19, blend di uve Primitivo (90%) insieme ad altri vitigni minori autoctoni a bacca nera, con una gradazione di 19%.
Questo rosato evoluto, tra dolcezza e alcolicità, si presenta color rosa corallo vivo, sprigiona sentori di frutta e di fiori evoluti, secco e fresco al palato. Data la sua struttura e la sua gradazione, è ideale per piatti sia di pesce che di carne. Una dimostrazione chiara che, a chiudere, dimostra quanto l’impegno sulla ricerca “in rosa” possa regalare referenze differenti e allo stesso tempo interessanti.