“Lu vrudàtt vuastarèule” è un’armonica combinazione di ingredienti di mare e di terra che esprime la lunga tradizione marinara della cucina regionale
Il brodetto alla vastese è un piatto tipico della cucina marinara abruzzese che riunisce colori, profumi e sapori di mare e di terra in una zuppa saporita ma anche leggera per la genuinità degli ingredienti.
In riferimento alla tradizione regionale, esistono varie tipologie di brodetto a seconda delle province che si estendono lungo i 33 km di costa. Accanto a quello di Vasto (CH), infatti, si possono citare anche il brodetto “alla giuliese” o “alla pescarese“.
Storia e leggenda della zuppa di pesce vastese
Storicamente il brodetto è nato per utilizzare e recuperare tutti i pesci piccoli e piccolini che costituivano la “scafetta” ossia il cesto di pesce che il pescatore teneva per sè, magari con pezzi meno perfetti da vendere o residuati a fine giornata. Non era raro che venisse preparato direttamente sulla barca.
Come tante ricette della tradizione nate “povere”, oggi i brodetti sono diventate pietanze sontuose comprendendo anche molluschi e pesci pregiati come scampi, seppie, merluzzo, triglia, scorfano, palombo, cefalo, sogliola e altri.
Sulla nascita e sulla ricetta ufficiale di quello che viene definito in dialetto locale “Lu vrudàtt vuastarèule”, non esistono molte certezze e infatti la Delegazione di Vasto dell’Accademia Italiana della Cucina ha depositato e registrato il disciplinare del “Brodetto alla Vastese” proposto dall’Accademico Pino Jubatti. A seguito di varie ricerche condotte, infatti, si è ritenuto che questa ricetta fosse quella più conforme agli usi tramandati nel tempo.
Secondo la leggenda, a ideare il brodetto alla vastese fu la moglie di un pescatore del chietino che un giorno decise di integrare il pesce, utilizzato comunemente per la zuppa, con gli ortaggi. Aggiunse il peperoncino, il prezzemolo e i pomodori costoluti fiorentini chiamati, in Abruzzo, pomodori “mezzo tempo” ottenendo un piatto complesso nei sapori e molto piacevole.
Il polposo e saporito pomodoro “mezzo tempo”, prodotto tipico di Vasto, si raccoglie in estate mentre in inverno è disponibile in barattoli confezionati.
4 persone
Facile
Basso
40 minuti
25 minuti
4 persone
Facile
Basso
40 minuti
25 minuti
Utilizzare un tegame di terracotta abbastanza capiente, tipo i tegami di Lanciano.
- 1.5 kg di pesce misto. Si consigliano i testoni, la pescatrice, le cicale di mare (panocchie), i merluzzi, le seppioline, gli scampi e pesce di scoglio come scorfano, triglie, gamberetti, cozze e vongole
- Aglio
- 1 kg di pomodori “mezzo tempo” o costoluto fiorentino
- 500 grammi di pomodorini ciliegino (ingrediente a scelta)
- Mezzo peperoncino piccante
- Olio extra vergine d’oliva delle colline vastesi
- Sale q.b.
- Prezzemolo fresco
- Pulire tutto il pesce da utilizzare e metterlo da parte
- Lavare e tagliare a pezzetti i pomodori, metterli nel tegame di terracotta insieme ad aglio, prezzemolo, peperoncino, sale e abbondante olio extravergine d’oliva. Volendo si possono aggiungere anche i pomodori ciliegino lavati e tagliati a metà. Far cuocere il tutto per circa 15/20 minuti
- Gradualmente aggiungere il pesce nel sughetto, iniziando con le varietà che hanno bisogno di una cottura più lunga, come ad esempio le seppioline, le cicale di mare e gli scampi. Avere cura di non sovrapporre il pesce, in modo di consentire una cottura uniforme
- Coprire il tegame e lasciare sul fuoco circa 5 o 6 minuti. Il pesce non deve spappolarsi, quindi non cuocerlo eccessivamente e non mescolare in modo energico
- A cottura ultimata, aggiungere il prezzemolo fresco tritato e portare in tavola nel tegame di terracotta, come vuole la tradizione, aggiungendo fette di pane abbrustolito
A pasto finito, l’eventuale brodetto rimasto diventerà un ottimo condimento per spaghetti o linguine.