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Fuudly: intervista ai fondatori

La Gazzetta del Gusto incontra i fondatori di FUUDLY, l'unico social network dedicato agli appassionati di cibo. Scopriamo i progetti, le aspirazioni e l'entusiasmo del gruppo di giovani milanesi che hanno trasformato una passione in lavoro.

Fuudly, intervista ai fondatori: “I giovani devono essere coerenti con lo spirito del loro movimento interno“.

Fuudly: intervista ai fondatori
Lo Staff di “Fuudly”.

Si chiama Fuudly ed è un recente social network che coinvolge coloro che condividono la passione per la buona cucina e per l’eccellenza profusa attraverso ristoranti ed eventi. I “Fuudler” si distinguono in 3 categorie più o meno professionali: ci sono i Blogger, gli Chef e i semplici Foodler o appassionati di cibo; tutti sono accomunati da una nuovissima, “food experience” che è un pò di cose insieme. Blog di ricette, social network, food tutorial, magazine itinerante: insomma una “Casa del Gusto”.

A Fuudly si accede dal pc oppure attraverso una App attiva su iOS e Android. Qui i “naviganti” pubblicano ricette, si scambiano pareri e informazioni, instaurano rapporti professionali e amicizie, si svagano e si divertono. Le video ricette sono veri e propri tutorial in cui chef professionisti insegnano i segreti della cucina anche a chi ne ha poca dimestichezza.

Ma Fuudly è anche il coronamento di un sogno perché il gruppo di intraprendenti giovani milanesi che ha fondato il social network in questione, hanno coronato il sogno di trasformare una passione in lavoro e sono inarrestabili con il loro entusiasmo.

La Gazzetta del Gusto aveva già parlato di Fuudly e oggi ha l’onore di intervistare i suoi fondatori nella persona di Barbara Zaminato, co-fondatrice di Fuudly che si definisce un pò scherzosamente “Financial Fuudler“, “Soup addicted” e “Foodblogger a tempo perso“.

Barbara Zaminato
Barbara Zaminato, una delle fondatrici di Fuudly.

Ciao Barbara e grazie di aver accettato l’invito della Gazzetta del Gusto. Complimenti per il vostro progetto, brioso e trascinante per chi ama la buona tavola.
Grazie a voi per l’interesse dimostrato verso la nostra piattaforma e per darci modo di raccontare a tutti i vostri lettori la nostra avventura appena iniziata.

Per chi ancora non lo sapesse, spiegaci cos’è Fuudly?
Domanda che, potete immaginare, ci siamo sentiti fare molte volte nell’ultimo periodo. Piuttosto delicata la risposta quando ci si trova a dover presentare realtà emergenti e, speriamo innovative, come la nostra. Ma proverò a riassumere in poche parole la nostra idea. Fuudly è un social network dedicato agli amanti del buon cibo e dell’alta qualità. Per meglio spiegare che cosa sia Fuudly vi dirò cosa non è, partendo da alcuni riferimenti già esistenti sul web. Fuudly non è un aggregatore di ricette. Fuudly non è un web magazine dedicato al cibo. Fuudly non è un foodblog. Fuudly è tutto questo è molto di più, ponendosi come catalizzatore di contenuti professionali e non legali al mondo del cibo. Insomma una vera e propria Casa del Gusto. Ci piace poi l’idea di dar vita ad una realtà che non si fermi alla sola presenza sul web, ma che sia percepita come reale e presente dal vivo, perché è da lì che veniamo.

Quando e come è nata l’idea?
L’idea di Fuudly nasce, come è giusto che sia per un food-social, un anno e mezzo fa attorno ad una tavola imbandita. Insieme avvertivamo il forte bisogno di creare un luogo di ritrovo online per tutte quelle realtà legate al mondo del food, professionali e non, che vogliono godere della visibilità di un pubblico mirato ed interessato. Ci piace pensare che tutti possano scegliere di essere presenti su Fuudly perché un network come questo può rappresentare, da un lato, un’ottima opportunità di aumentare i propri sostenitori, dall’altro semplicemente dare voce alla propria passione ed entrare in contattato con altri amatori, creando rete e nuovi possibilità.

Da quali esperienze professionali provenite?
Abbiamo cercato di mettere insieme un team completo e multi-funzionale, in grado di apportare al progetto competenze diverse e complementari. Ci sono esperti legati al mondo del food, della finanza e del settore start-up. Inoltre abbiamo coinvolto, e coinvolgeremo mano a mano, profili diversi in base alle effettive necessità. Esistiamo da pochissimo e non è ancora stato materialmente possibile rendere effettivo tutto quello che abbiamo in mente. Di conseguenza il team si arricchirà via via in modo da coprire efficacemente ed efficientemente i diversi progetti sviluppati.

Perché avete pensato ad un nuovo social network. In fondo il meccanismo non è tanto diverso da quelli esistenti.
Il 2015, volenti o nolenti, è consacrato come l’anno del Food. Tanti nuovi “luoghi fisici” dove mangiare, ed altrettanti “luoghi virtuali” (App, virtual room, blog, software…) dove parlare, chattare, fotografare, prendere appunti, navigare, giocare, apprendere, studiare all’insegna del Food. Ma, c’è un Ma. E questo Ma secondo noi è l’elemento distintivo di Fuudly: non esisteva (finora) infatti una piattaforma social che univa trasversalmente tutte le passioni e necessità degli amanti del Food sotto uno stesso tetto. Per colmare questo “vuoto” è nato Fuudly.

Fuudly è stato accolto molto bene sia dal pubblico che dalla stampa nazionale. Merito della vostra capacità di comunicare o cosa?
Noi abbiamo cercato di creare la struttura portante perché il pubblico si sentisse a suo agio nel dare voce (e immagine) alle proprie food-experience a 360 gradi, una realtà tangibile. Forse è questo che è piaciuto al pubblico e alla stampa.

Una delle carte vincenti per Fuudly è la sua “settorialità”. Riunisce solo chi ama il cibo e la buona cucina. Che età hanno i vostri “Fuudler”?
Si tratta di un progetto trasversale in termini di età. Ovviamente, data la componente prevalentemente virtuale, i giovani sono facilitati e, forse, più sensibili alle novità. Tuttavia sta crescendo bene anche la fascia di appassionati che, dopo una vita di lavoro, si dedicano al cibo e hanno voglia di dar voce alle loro esperienze in cucina. Il progetto racchiude alcune delle caratteristiche già presenti in altri social, rendendo perciò più fruibile il portale e la app.

Fuudly è un ottimo strumento a disposizione di blogger, chef e appassionati di cibo da cui possono anche scaturire incontri professionali. Non c’è un costo di adesione nè messaggi pubblicitari. Da dove derivano le entrate che vi consentono di gestire il progetto?
Noi cerchiamo di proporre contenuti di qualità e di trasmettere a tutti gli operatori del settore e agli amatori lo spirito con il quale abbiamo deciso di lanciarci in questo progetto. Crediamo che nel medio-lungo termine le collaborazioni di qualità, tra i diversi attori possano generare sempre più interesse nelle persone e che questo non possa far altro che far crescere il livello generale della proposta nazionale. Speriamo di riuscire a vendere i contenuti prodotti con tutti i nostri collaboratori a tutti coloro che hanno voglia di eccellenza in cucina.

Nonostante la crisi occupazionale, sono ancora pochi i giovani che si lanciano in nuove iniziative. Cosa ne pensate?
Secondo noi l’Italia sta pian piano facendo vedere al mondo un volto nuovo, effetto della crisi ma anche del cambiamento di mentalità. Un volto che mostra diversi settori completamente rivoluzionati dall’avvento di realtà in cui giovani imprenditori colti, preparati e fortemente innovatori cercano di combattere per nuove forme di affermazione. I giovani e la crisi ma anche i giovani e la necessità di accrescere la propria autostima e la voglia di mettersi in gioco con le proprie forze, forse questo il vero limite che ancora sconta il nostro sistema paese.

Oltre ad essere preparati, avete molto entusiasmo e voglia di fare. Cosa consigliate a chi ancora aspetta il posto fisso?
I giovani devono essere coerenti con lo spirito del loro movimento interno: divertirsi, fare esperienza, sbagliare continuamente e costruire (o inseguire) progetti ma non smettere mai di guardarsi intorno. Alcuni desiderano diventare imprenditori, altri non necessariamente, ma penso che le nuove generazioni esposte a questo ecosistema che avranno voglia di osservare la società che li circonda con occhio critico avranno sicuramente le chiavi del futuro, un futuro appetitoso!

Tante testate importanti hanno parlato di voi ma è vero che l’articolo su Fuudly che vi è piaciuto di più è stato quello uscito su La Gazzetta del Gusto?
Ti rispondo con il commento di uno dei soci che secondo me ben ti riassume l’entusiasmo con cui abbiamo accolto la vostra recensione: “Wow, sembra scritto da uno di noi!

La domanda era chiaramente spiritosa ma la risposta mi è apparsa piacevolmente sincera. Grazie Barbara, in bocca al lupo per Fuudly e saluto tutti con il vostro efficate slogan: “Stay Hungry, Stay Fuudly!”

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Enzo Radunanza

Giornalista e addetto stampa, mi occupo di enogastronomia dal 2010. Nel 2019 sono stato nominato "Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna" per la mia costante attività divulgativa. Inoltre, sono copywriter e digital media marketer per varie realtà. Per tutti sono anche "Il Cronista d'assaggio".

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