Lo scorso 4 giugno, nei comuni di Itri e Fondi (LT), si è svolto un importante evento che ha celebrato lo storico percorso laziale. Con la partecipazione di alcune associazioni locali, sono state organizzate visite guidate insieme a musiche, balli folcloristici e pietanze dell’antica Roma.
In linea con l’analoga iniziativa proposta dalla Capitale, anche i comuni pontini di Itri e Fondi, hanno voluto aderire all’Appia Day, proprio perché attraversati da un tratto della via Appia, una delle parti meglio conservate dopo quella della città di Roma. Con questo evento, si è voluto celebrare e ricordare la rilevanza storica di una delle opere antiche più importanti mai realizzate nella storia.
Appia Day Itri e Fondi: origini della via
Creata nel 312 a.C per volere del console Appio Claudio Cieco, la Regina Viarum, nome della via data dai Romani, rappresenta tutt’oggi uno degli snodi stradali più efficienti del centro-sud Italia. Oltre al suo altissimo valore storico, l’Appia custodisce delle tradizioni millenarie che accomunano tutti i paesi da essa attraversati.
Degustazioni alla romana
Al termine delle passeggiate, le associazioni locali hanno offerto le ricette tipiche dei pasti che venivano consumati dai Romani. Soprattutto in ambito culinario, la società romana distingueva i poveri dai ricchi: il popolo aveva un’alimentazione semplice basata su cereali, verdure e ortaggi mentre i Patrizi, che ostentavano le loro ricchezze soprattutto in tavola, avevano un consumo eccessivo degli alimenti, tanto da procurarsi spesso delle vere e proprie intossicazioni.
Ad oggi, diversi sono i ricettari dell’antica Roma che vengono custoditi, tra cui quello più noto è “L’arte culinaria. Manuale di gastronomia classica” di Apicio che offre suggerimenti per pranzi di rappresentanza, per feste ed intrattenimenti che hanno influenzato i secoli successivi.
Il pane nell’Urbe
Il pane conquistò pian piano tutti i ceti della società romana, tanto da essere prodotto in molte qualità e forme diverse. Tra i tanti:
- il “cibarius“, scuro e di basso prezzo dunque per il popolo;
- il “secundarius” con farina integrale ed amato da Augusto;
- il “pane di Alessandria” cotto infilzato dagli spiedi
- l’“adipatus” condito con lardo.
Il vino
Altro ingrediente onnipresente nell’alimentazione dei Romani era il mosto o vino cotto. Vietato inizialmente alle donne e ai giovani, il vino aveva un largo uso in cucina, anche se spesso veniva modificato con il miele o con le spezie.
Proprio nei territori tra Itri e Fondi, il vino più conosciuto era il Cecubo, la cui etimologia sembra fosse legata proprio al costruttore della via Appia. Talmente apprezzato a Roma dai pontefici, fu anche decantato dai più importanti letterati del tempo.
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