La 30ª fiera del vino e degli spiriti di Düsseldorf torna dal 10 al 12 marzo. Attesi circa 5.700 espositori da 60 Paesi per una edizione che metterà al centro l’innovazione tecnologica, dall’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) ai robot tra le vigne
ProWein Fair a Düsseldorf è la più grande fiera internazionale del vino e degli spiriti e quest’anno, dal 10 al 12 marzo 2024, tornerà in prima linea per presentare innovazioni tecnologiche nella produzione vitivinicola che – solo poco tempo fa – erano considerate rivoluzionarie.
ProWein 2024 Düsseldorf: un’edizione che “guarda” al futuro
Con circa 5.700 espositori provenienti da 60 Paesi, la trentesima edizione dell’evento tedesco promette di stupire i partecipanti facendo conoscere loro alcuni “aiutanti” di nuova generazione, in vigna e in cantina. Nell’attesa di partecipare, vi anticipiamo alcune novità.
Intelligenza artificiale (IA) e robotica: il futuro del vino
Le innovazioni tecnologiche stanno ridisegnando anche il mondo secolare della produzione di vino e della gestione delle vigne. Mentre l’immagine romantica dei piccoli agricoltori che si prendono cura dei filari continua ad esercitare un certo fascino, alcune sfide come la crescente carenza di manodopera qualificata, il lavoro su terreni difficili e gli effetti del riscaldamento globale con estati sempre più calde, costituiscono una spinta propulsiva verso soluzioni all’avanguardia. L’Intelligenza Artificiale (IA) e la robotica emergono come risposte a queste problematiche, lasciando intravedere risvolti ecologici inaspettati.
I robot in vigna a ProWein 2024: quali sono e cosa faranno
Tra i progetti di robotica in vigna che andranno in scena a ProWein 2024, dalla Spagna arriva VineScout, un robot autonomo rilasciato nel 2016 (ne avevamo parlato qui). È stato progettato per la mappatura e il monitoraggio delle vigne, di cui consente una gestione sempre più tempestiva ed efficace.
Per le analisi nello sviluppo di varietà di uve resistenti alle malattie, i ricercatori dell’Università di Cornell, negli Stati Uniti, hanno realizzato PhytoPatholoBots.
Nel 2017 poi, Naïo Technologies ha presentato il suo primo Ted, un robot autonomo a pedana su ruote, leggero e completamente elettrico. Ted è un diserbante meccanico che elimina la necessità di erbicidi tossici, offrendo una soluzione eco-friendly per compiti intensivi dal punto di vista della manodopera. Dotato di GPS per un posizionamento di altissima precisione, può coprire fino a 5 ettari al giorno, persino nelle zone più impervie, stabilendo nuovi standard di sostenibilità ed efficienza.
Arriva dalla Francia, invece, il robot Bakus. Presentato dalla start-up VitiBot di Reims nel 2019, Bakus è completamente elettrico e si muove agilmente anche tra i filari più stretti, sprezzante del caldo estivo; può rapidamente compiere operazioni di diserbatura, cimatura, e defogliazione. Non sorprende che sia stato progettato da Cédric Bache, brillante ingegnere e figlio di un vigneron.
Robot come questi, modulari e adattabili a ogni tipo di vigneto, rappresentano solo un esempio degli sviluppi tecnologici che stanno emergendo in tutto il mondo. Tali innovazioni possono incentivare l’incremento di una viticoltura organica e biodinamica su scala sempre più ampia.
La robotica nel vino: strumento e non sostituto dell’uomo
Nonostante il rapido progresso dell’IA e della robotica, i produttori di vino sottolineano che queste tecnologie sono strumenti piuttosto che sostituti, come dovrebbe essere in ogni campo di applicazione. L’obiettivo non è una viticoltura completamente automatizzata, specialmente nelle pratiche organiche.
Sfruttando la velocità robotica, o dei sistemi di elaborazione dati, i vignaioli mirano a migliorare i processi decisionali preservando gli aspetti estetici e intuitivi che da sempre rendono la produzione vinicola un’arte. Diventa così possibile brindare all’armonia tra tradizione e innovazione anche nella viticoltura.
La digitalizzazione del gusto: opportunità o limite?
Ma le sorprese non finiscono qui. Passando dalla vigna alla sala degustazione, i progressi nell’Intelligenza Artificiale influenzano anche il campo della comunicazione e della critica. In realtà, sebbene possa imitare stili di scrittura e sintetizzare caratteristiche tecniche, l’IA non è (ancora) in grado di replicare le esperienze sensoriali di odore e gusto.
Iniziative come PINOT, già presentato lo scorso anno, mirano a colmare questa lacuna, utilizzando l’analisi supportata dall’IA dell’aroma del vino per digitalizzare la percezione sensoriale. La domanda è: ne abbiamo davvero bisogno? E poi ci fidiamo davvero? Ne seguiremo gli sviluppi futuri ma, per ora, godiamoci tutte le novità del ProWein 2024 armati di calice e di tanta curiosità.
Info: www.prowein.com
© Riproduzione vietata