«M’addormento leggendo Shakespeare. Mangio carni ottime, trote che sanno di ninfe: gioco a briscola e farei poemi». Così recita la poesia Davanti a San Guido, scritta nel 1886 dal Premio Nobel Giosuè Carducci mentre soggiornava all’Albergo alla Posta di Caprile (Belluno). Questo locale, come tanti altri che hanno accompagnato la storia negli ultimi secoli, sono raccontati nell’edizione 2019 di un volume che scopre l’Italia più bella.
Da 43 anni la guida Locali storici d’Italia è un’interessante raccolta, da Nord a Sud, di alberghi, ristoranti, caffè letterari, pasticcerie-confetterie e fiaschetterie che hanno accompagnato le vicende del Paese, ospitando eventi importanti e personaggi illustri.
Locali storici d’Italia 2019: la guida ora è anche in App
L’edizione 2019, che recensisce 215 realtà che in media hanno 180 anni di vita, si presenta con due novità. Intanto il formato cartaceo è affiancato da una App con geolocalizzazione che consente la consultazione da tablet e smartphone. In secondo luogo, il volume riserva una maggiore attenzione al “gusto italiano”, segnalando i locali che da almeno due generazioni tramandano il sapere italico nel piatto e nell’arte dell’ospitalità.
In un momento in cui l’esplosione del cibo e il proliferare di ristoranti ha determinato una standardizzazione nell’estetica e nella proposta gastronomica, è importante serbare memoria di luoghi dove la gastronomia italiana è nata, si è evoluta e si intrecciata con la storia, il costume e l’evoluzione della società.
Un viaggio nelle storiche realtà che raccontano l’Italia che cambia
I “santuari del palato tricolore” descritti in Locali storici d’Italia 2019, volume tascabile pubblicato gratuitamente dall’Associazione Locali storici, sono un antidoto alla banalizzazione imperante e sono intrisi di aneddoti affascinanti e racconti relativi tanto a persone comuni che alle celebrità nei vari settori della vita sociale.
Proprio in questi alberghi, bar e ristoranti sono state ideate ricette, tecniche ed abitudini che oggi fanno parte della nostra quotidianità. Intorno a tavole imbandite, sono state prese decisioni politiche che hanno cambiato le sorti del mondo, ai tavolini dei bar si sono riuniti letterati e grandi artisti, in camere d’albergo si sono consumate passioni e intrighi.
«Sono centinaia gli aneddoti sui grandi della storia, uniti da un comun denominatore: il buon gusto – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Locali storici, Enrico Magenes -. Storie che partendo da cibo, bellezza e ospitalità italiana incrociano in modo trasversale quelle del Paese: dal dominio straniero all’Unità d’Italia, al boom; dalla commedia dell’arte, al futurismo, al neorealismo».
Dal primo aperitivo alle vicende politiche consumate nei bar
Sfogliano la Guida, si apprende che il primo aperitivo fu servito al Caffè Camparino in Galleria Vittorio a Milano mentre il Caffè Fiorio di Torino, negli Anni Trenta, fu teatro della scandalosa invenzione del gelato da passeggio. Negli stessi anni fu il grande Gabriele D’Annunzio che suggerì ad Antonio Gioco, patron del Ristorante 12 Apostoli di Verona, di curare la presentazione dei piatti per renderli attraenti oltre che buoni.
Negli anni Venti del Novecento, in pieno regime fascista, il Caffè Paszkowski di Firenze ospitò il primo caffè-concerto con un’orchestra tutta al femminile mentre fu nella camera 306 del Grand Hotel et de Milan di Milano che il tenore Enrico Caruso e il maestro Gaetano Donizetti al pianoforte registrarono con Frederick Gaisberg “Una furtiva lacrima”, il primo disco piatto della storia.
Richard Wagner, dal 1879 al 1883, frequentò il Caffè Lavena a Venezia e proprio ammirando lo spettacolare panorama lagunare, Piazza San Marco e Palazzo Ducale fu ispirato a comporre il duetto d’amore del secondo atto di “Tristano e Isotta” e lavorò al “Parsifal”.
Entrare nel Caffè Al Bicerin di Torino vuol dire calpestare i pavimenti già percorsi da Alexandre Dumas, Giacomo Puccini, Friedrich Nietzsche e Italo Calvino mentre al Gambrinus di Napoli fu creata la pastiera da record, insieme alla iconica “tazzulella” di caffè.
Dai ristoranti scelti da Totò ed Eduardo De Filippo alla stanza di Greta Garbo
Locali storici d’Italia 2019 è una fonte di informazioni che fanno scoprire il lato più provato dei personaggi famosi. Si apprende, così, che nel capoluogo partenopeo, verso la metà del Novecento, già esistevano i ristoranti preferiti da Totò ed Eduardo De Filippo. Il primo era così affezionato al Ristorante La Bersagliera che si fece riprendere da un cinegiornale mentre mangiava spaghetti e spigola con un bicchiere di vino. A De Filippo, invece, veniva sempre riservato il tavolo 19 del Ristorante Umberto e spesso lo stesso locale gli portava i pasti fino al vicino teatro.
A Cremona, Giuseppe Verdi era un cliente affezionato del Negozio Sperlari dove acquistava dolci e bottiglie di pregio per la sua casa/studio nel piacentino. E si potrebbe continuare con tante altre curiosità contenute nel libro.
Durante il suo esilio fiorentino, Niccolò Machiavelli scrisse Il Principe sui tavoli del Ristorante Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina. Sembra impossibile credere che Giorgio de Chirico fosse un cliente fisso del Caffè Greco di Roma dove si sedeva con la moglie e improvvisava dei disegni che poi vendeva ad altri clienti o agli stessi camerieri per guadagnare qualche soldo.
Se volessimo dormire nella stanza occupata da Greta Garbo, basta recarsi al Grand Hotel Tremezzo sul Lago di Como dove l’attrice degli anni ’30 soggiornava abitualmente.
Come vengono scelti i locali da inserire nella Guida
La selezione e l’individuazione dei locali da inserire nella Guida risponde a requisiti ben precisi. Vengono presi in considerazione solo le realtà che vantano almeno 70 anni di vita, con arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale) e che espongano cimeli, documenti e altre testimonianze che li colleghino a fatti importanti oppure a personaggi illustri.
Locali Storici d’Italia 2019 non è una comune guida per scegliere un albergo dove soggiornare o un ristorante dove cenare. È un percorso affascinante nello stile italiano attraverso i secoli ma anche una lettura piacevole che fa scoprire circostanze che non avremmo mai immaginato. Pochi sanno, ad esempio, che al Bar Jamaica di Milano, c’è un conto da saldare che risale al 1922. Il debitore? È Benito Mussolini, all’epoca direttore del “Popolo d’Italia”, che non sia più passato a pagare!
La rappresentanza per regioni
tutte le regioni italiane sono state battute in lungo e in largo dagli esperti della guida. Il Veneto è la regione più rappresentata con 35 Locali recensiti, seguito da Lombardia (32), Toscana (28), Piemonte (22), Liguria (21) e Campania (20).
Tra le province, si distingue Venezia che vanta ben 19 segnalazioni; seguono Genova (17), Torino e Napoli (entrambe a 15), Milano e Firenze (14).
Per maggiori informazioni sulle modalità per ricevere la guida gratuitamente (pagando solo le spese postali) è possibile contattare l’Associazione Locali storici ai recapiti indicati nel sito web.
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