Gazzetta del Vino Umbria

Dal Sagrantino al Trebbiano Spoletino, l’azienda Antonelli San Marco tra nuove forme e antiche storie

Presentate a Roma in anteprima assoluta, le nuove annate della celebre cantina di Montefalco, tra conferme e novità, con uno sguardo al futuro partendo dal passato

Sagrantino di Antonelli San Marco
La cantina Antonelli San Marco si trova a Montefalco, Perugia (Foto © Malinda Sassu).

Il vino come concetto e valore, il futuro che parte dal passato e restituisce alla collettività un sapere antico senza manometterne il significato originario. Concetti semplici e mai banali, sempre più rari ma che invece abbondano in Umbria, una terra che parla una lingua molto antica e dove è ancora la mano del contadino sapiente a coniugare tradizione e modernità. Sono questi i capisaldi di Filippo Antonelli, produttore storico a Montefalco, in provincia di Perugia, che negli anni è diventato un riferimento nella produzione di uno tra i più importanti rossi sulla scena vitivinicola italiana: il Sagrantino.

Cantina Antonelli San Marco: tra una storia antica e un futuro promettente

La storia della Cantina Antonelli, sita nella sottozona di San Marco, è sempre stata strettamente legata al vino, così come accennano alcuni documenti medievali che riferiscono di San Marco de Corticellis come coorte agricola longobarda, passata dai Vescovi di Spoleto alla famiglia Antonelli nel 1883.

Un’azienda forte e solida che punta al futuro facendo tesoro del passato, a partire dai centosettantacinque ettari al centro della Docg di Montefalco, di cui dieci dedicati alla produzione di olio e cinquanta a vigneto, entrambi rigorosamente a conduzione biologica.

Antonelli San Marco: i nuovi Sagrantino e Trebbiano Spoletinotà per la Cantina Antonelli
Sono 175 gli ettari di proprietà di Antonelli, al centro della Docg di Montefalco (Foto © Malinda Sassu).

Una serata tra conferme e novità, nuove collaborazioni e storie di vitigni

Una grande storia alle spalle che ha regalato trasparenza e coerenza ad un vino considerato, fino a pochi anni fa, uno dei rossi più potenti in assoluto ma che grazie a speciali ricerche e accorgimenti in vigna e in cantina è ora svestito dai suoi panni “rustici” per indossare quelli eleganti di un grande ambasciatore della produzione vitivinicola italiana nel mondo.

Il percorso enoico e la storia vitivinicola di Filippo Antonelli, non solo Sagrantino ma anche Trebbiano Spoletino, sono stati presentati nelle nuove annate e in qualche novità a Roma, in una serata che ha visto la presenza dell’altra azienda di famiglia, Castello di Torre in Pietra, alle porte della Capitale, e il battesimo del nuovo Vermouth versione Dry di Antica Torino, frutto un’iniziativa che Filippo Antonelli ha avviato già nel 2016 insieme al socio Vittorio Zoppi, una terza etichetta, dopo il primo Vermouth rosso e l’Amaro della Sacra.

L’evento è stato anche l’occasione per presentare in anteprima i prodotti del Biodistretto Etrusco Romano, recentemente costituito e di cui la cantina Castello di Torre in Pietra è tra i primi fondatori.

Cantina Antonelli di Montefalco (PG)
Antonelli San Marco: presentate le nuove annate di Sagrantino e Trebbiano Spoletino (Foto © Malinda Sassu).

Il Trebbiano Spoletino si confronta con il Sagrantino di Montefalco

Tema centrale della degustazione, guidata dal giornalista enogastronomico Fabio Turchetti, i due vitigni autoctoni umbri, il Sagrantino e il Trebbiano spoletino, due voci differenti che nella terra trovano il loro punto d’incontro. Un rosso e un bianco sempre più connessi e che diventano tradizioni in movimento, un ricamo di racconti tenuti insieme dall’elemento vino, nella produzione dell’azienda Antonelli San Marco.

Prodotta storicamente sulle colline intorno a Spoleto, da qualche mese la Doc omonima è tutelata e promossa dal Consorzio Vini Montefalco, di cui lo stesso Antonelli è presidente. Un antico vitigno storicamente presente nelle campagne tra Montefalco e Spoleto la cui caratteristica è l’allevamento ad alberata, maritato a piante di olmo o acero, proprio come accade per l’Asprinio di Aversa in Campania.

Tornato in auge da una decina d’anni, il Trebbiano spoletino regala intense note floreali e fruttate nel Trebium Doc 2018, la versione più classica dell’azienda che si contrappone alle lunghe macerazioni dell’Anteprima Tonda, la sfida di Filippo Antonelli del nuovo cru Vigna Tonda, un vigneto di 2 ettari di forma circolare, recuperato a partire dal 2015 e ispirato a un vigneto tondo che fu impiantato nello stesso luogo a fine ‘800. Un bianco macerato sulle bucce per 8 mesi in anfore di terracotta e ceramica, dalla vibrante acidità e dai profumi freschi ed eleganti, con note fruttate e cenni tropicali, fieno e dalla sapidità lunga e intensa. Un bianco che ha riservato molte sorprese anche nella sua longevità, come ha dimostrato il Trebbiano Spoletino Umbria Igt del 2008 in degustazione nella batteria.

Un momento della degustazione romana (Foto © Max Rella).

La potenza e l’eleganza del Sagrantino di Montefalco

Evoluzione, equilibrio e grande ricercatezza nei Montefalco Sagrantino, fiore all’occhiello dell’azienda umbra. Tra le novità il nuovo cru Molino dell’Attone 2015, prodotto in 1300 bottiglie con le uve di una piccola vigna di Gualdo Cattaneo, su terreni con caratteristiche pedo-climatiche diverse rispetto al Chiusa di Pannone, il cru storico di Filippo Antonelli presentato nell’annata 2015, proveniente invece da terreni più argillosi, ricchi ed esposti a sud.

Due espressioni diverse di un grande vino rosso italiano, nato per tradizione come vino della festa e più famoso nella sua pregevole versione passita: speziato ed elegante il Sagrantino del Molino dell’Attone, più fruttato e potente il Chiusa di Pannone, muscolari entrambi e che giocano su un uso sapiente del legno grande con nuovi riferimenti a cemento ed anfore, proprio per mitigare la grande (a volte fin troppa) esuberanza tannica e strutturale del famoso vitigno umbro.

L’impegno di Filippo Antonelli tra tipicità ed eleganza

Coadiuvato dagli enologi Massimiliano Caburazzi e Paolo Salvi, la ricerca di Filippo Antonelli è volta sulla tipicità ed eleganza piuttosto che sulla potenza, con estrazioni delicate ed equilibri in cantina, selezioni in vigna e cura del terreno.

Un elogio all’invecchiamento di cui l’azienda risulta tra le poche testimoni in fatto di vecchie annate, come dimostra l’annata 1998, presentata durante l’evento e che ha saputo felicemente interpretare la grande classicità di un vino rosso senza tempo.

Cantina Antonelli
Località San Marco, 60 – Montefalco (Perugia)
Sito web

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Malinda Sassu

Giornalista e autore Wine, Food & Travel per diverse testate giornalistiche cartacee e online, in Italia e all'estero. Appassionata della vita, dei viaggi e della gente, scopro il mondo attraverso il cibo e il vino, esplorando ristoranti nascosti, cantine e destinazioni culinarie uniche.

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