Piemonte Vino

Sorsi di Erbaluce di Caluso, le sfumature glaciali di un simbolo indiscusso dell’enologia in bianco del Piemonte

Erbaluce di Caluso in 8 etichette, in diverse versioni e tipologie
Le otto etichette di Erbaluce di Caluso degustate (Foto © Riccardo Isola).

Prodotta in 37 comuni situati tra Ivrea e Caluso, la Docg piemontese spicca per la vibrante e accesa acidità unite a finezza ed eleganza. Abbiamo degustato 8 etichette in diverse interpretazioni, versioni e tipologie

Il Piemonte non è solo terra di grandi rossi. Ne abbiamo avuto riprova lampante assaggiando alcune delle interpretazioni, versioni, tipologie e quindi sfumature di uno dei bianchi autoctoni e più rappresentativi di questa grande regione enoica: l’Erbaluce di Caluso. Declinazioni in Docg che parlano di una forte capacità di far emergere finezza, eleganza e grande identità di sorso. In generale sono interpretazioni liquide, contemporanee, di un antico ghiacciaio. Nei calici, siano essi spumanti o addirittura passiti, spinge la freschezza, spintona la mineralitá e sovrasta la fredda personalità erbacea… e il frutto? Sarà per la prossima volta!

Grappoli di uva Erbaluce.

Erbaluce di Caluso DOCG Spumante

La zona di produzione dell’Erbaluce Docg comprende 37 comuni situati tra Ivrea e appunto Caluso, dove i vigneti sono presenti soprattutto su terreni di matrice sabbiosa e ciottolosa dell’anfiteatro morenico canavesane. Texture geologica che dona ai vini una vibrante e accesa acidità e soprattutto una tagliente freschezza glaciale.

Partendo dalla versione spumantizzata il disciplinare prevede la possibilità di creare perlage attraverso il metodo classico con un periodo minimo di permanenza su lieviti di 15 mesi.

Marco Rossa – Caluso Docg Spumante Metodo Classico Pas Dosé 2020

Si presenta subito con un perlage fine e persistente e un colore intenso. Il suo respiro è fresco, con note floreali, anche di camomilla, che si stagliano su un tappeto vegetale. La classica nota di panificazione rimane nascosta, seppur presente, i 32 mesi si fanno sentire, da una timbrica più burrosa. Al sorso entra tagliente, solleticante, con una bella nota citrina e un corpo laminare che chiude con sapidità e leggerissima nota amaricante​. Info: www.marcorossaviticoltore.it

Cieck – San Giorgio Caluso Docg Spumante Metodo Classico Brut 2020

Anche qui la collana d’effervescenza è sottile, fine, elegante. Il colore vira quasi sul dorato. Il suo respiro è ancora più vibrante con note di erbe aromatiche, mentuccia e timo, pietra focaia. Sovrasta il vegetale sulla panificazione. Il sorso è più pieno, anche se verticale. Il perlage solletica con una croccantezza suadente. C’è una struttura che vira sulle note verdi più che sul frutto. Chiude sapido e fresco. Info: www.cieck.it.

Erbaluce di Caluso in versione secca e ferma

Di seguito quattro Erbaluce di Caluso in versione secca e ferma. Sono vini con metodi di vinificazione diverse ma tutte che rispecchiano le caratteristiche primarie del vitigno: vegetale, ghiaccio, acidità.

Orsolani – La Rustìa Caluso Docg 2022

Alla vista è di un giallo tenue ma brillante. Il suo respiro è identitario. Si notano sensazioni vagamente fruttate, ma soprattutto vegetali. Si gioca tutto sulla freschezza erbacea e minerale. In bocca è un vino stretto, diretto con sapidità spiccata. Ritorna quindi l’erbaceo e il minerale con una acidità bilanciata da un corpo comunque presente.​ Info: www.orsolani.com

Azienda Vitivinicola Giacometto Bruno – Caluso Docg 2022

Il colore è più intenso rispetto al precedente. Il suo respiro è ricco soprattutto di echi salmastri (le uve fanno anche surmaturazione), pietra focaia e uno spettro ampio di vegetalità. Il sorso è più morbido anche se comunque diretto. Entra ricco aprendosi su uno spettro comunque “tradizionale”, fatto di freschezza e acidità. È più profondo e fiero. Info: www.giacometto.com

Kalamass – Caluso Docg 2020

​Grazie alla maturazione spinta delle uve, il colore ne riflette l’intensità cromatica. Facendo macerazione in legno questa terziarietà si respira attraverso ricordi burrosi, di legno e con qualche timbrica più fruttosa, tropicale acerbo. Facendo parzialmente la malolattica il sorso è più rotondo anche se l’acidità e la freschezza ne aumentano la velocità della beva. Un vino molto lungo. Info: kalamass.com

Tappero Merlo – Kin Caluso Docg 2019

Qui arriviamo alla versione forse più opulenta e ricca degli Erbaluce di Caluso che abbiamo degustato. Si parte dal colore molto intenso e brillante, quasi dorato, per arrivare al respiro che, grazie all’affinamento in botte grande, è più importante e impattante. Un naso aristocratico e ampio che vira su note terziarie meno fredde. Si nota un’eco salmastra e zolfata. Il sorso è solare. Sapidità, lunghezza e freschezza spingono verticalmente lasciando un lungo richiamo di glacialità e finezza. Info: www.tapperomerlo.it

Erbaluce di Caluso DOCG Passito

Per concludere ecco l’Erbaluce di Caluso passito con almeno 36 mesi di affinamento e l’Erbaluce di Caluso passito riserva con affinamento di almeno 48 mesi.

Cantina Massoglia – Caluso Docg Passito 2016

​Che lama. Pur essendo un passito, e il colore quasi ambrato ne dimostra l’essenza, rimane comunque freschissimo. Un respiro complesso che varia dalla cera d’api al mieli toccando punte elegantissime di frutta secca. Il sorso è appunto tagliente e ricco di corpo. C’è struttura, anche alcolica, ma il richiamo continuo dei sentori terziari tipici della surmaturazione gioca perfettamente con la silhouette fresca e tagliente. Info: www.cantinamassoglia.it

Cantina della Serra – Caluso Docg Passito Riserva 2015

Quasi dieci anni e non sentirli. La complessità e la varietà di sfumature olfattive e aromatiche sono infinite. Spicca nel respiro, una fine nota amaricante che scatta in bocca con vibrante sapidità e freschezza. Un vino fortemente gastronomico. Info: www.cantinadellaserra.com

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Riccardo Isola

Un viaggio tra inchiostro e liquidi nel cristallo iniziato, ahimé e purtroppo, diversi anni fa. Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna, giornalista enogastronomico in orbita perenne attorno ai pianeti Vino e Cibo. Usurpatore, per professione e per passione, della lingua italiana. Improprio interprete, ma con dedizione e impegno, del raccontare ciò che da sempre fa grande il nostro essere italici: il Gusto.

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