È un importante problema di salute pubblica e colpisce circa 200 milioni di persone al mondo. Quali sono gli alimenti da assumere o sconsigliati per scongiurare l’osteporosi?
Quando sentiamo parlare di osteoporosi pensiamo subito a una patologia femminile e, in effetti, questa malattia colpisce le donne quattro volte di più rispetto agli uomini. Il motivo è da ricercarsi nella riduzione dei livelli di estrogeni a cui va incontro il gentil sesso con la menopausa che, tra le altre cose, determina un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con aumento di fragilità e rischio di fratture.
Definizione e diagnosi
Wikipedia fornisce la seguente definizione di osteoporosi :
“…una condizione in cui lo scheletro è soggetto a perdita di massa ossea e resistenza causata da fattori nutrizionali, metabolici o patologici. Lo scheletro è quindi soggetto a un maggiore rischio di fratture patologiche, in seguito alla diminuzione di densità ossea e alle modificazioni della microarchitettura delle ossa.”
Purtroppo spesso la diagnosi dell’osteoporosi è tardiva e si verifica, in entrambi i sessi, in seguito a fratture oppure rappresenta una problematica secondaria e aggiuntiva rispetto ad altre patologiee o endocrinopatie come ipercortisolismo, ipertiroidismo, ipogonadismo. Quest’ultima, nel caso delle donne, assume le forme dell’iperprolattinemia, dell’anoressia nervosa e dell’ insufficienza ovarica prematura mentre, negli uomini, diventa sindrome di Klinefelter, ipogonadismo o pubertà tardiva). In altri caso è successiva ad artrite reumatoide e malattie gastrointestinali che causano malassorbimento e un riassestamento dell’organizzazione del tessuto osseo. Esiste anche una forma di osteoporosi primitiva detta anche idiopatica, cioè non associata a patologie croniche e che interessa la fascia d’età tra i 50 e i 70 anni prevalentemente di sesso femminile.
Osteoporosi, alimentazione per prevenirla
La scienza fornisce diversi suggerimenti per prevenire l’osteoporosi anche attraverso l’alimentazione e, dove possibile, limitare i danni. In particolare:
- astenersi da fumo e alcol;
- svolgere attività fisica moderata ma costante;
- per ottimizzare il metabolismo del calcio, assumere vitamina D contenuta in salmone, tonno, pesce spada, acciughe e uova;
- limitare gli zuccheri semplici, presenti nelle merendine industriali, nelle creme di pasticceria ma anche nella frutta;
- ridurre il consumo di sale, moderare 0 addirittura eliminare i prodotti industriali che contengono grandi quantità di sali per esaltarne il gusto. Tra questi, i dadi da brodo, gli insaccati (prosciutto crudo e speck soprattutto), pesci affumicati e salse come quella di soia;
- consumare alimenti contenenti boro (noci, mandorle, germogli di legumi, mele, pesche e pere) che agevola il metabolismo di calcio e magnesio;
- non eccedere nell’assunzione di caffeina perché tende a creare una situazione di acidosi metabolica che favorisce la fragilità; sarebbe opportuno non superare le due tazzine al giorno. Va, altresì, ricordato che la caffeina è aggiunta anche ad alcune bevande zuccherate;
- limitare il consumo di latte e derivati perché esistono altre fonti ricche di calcio altrettanto efficaci. Tra queste pesci come merluzzo, aringa, cozze, ostriche, polpo e calamari ma anche le verdure che fanno parte delle crucifere (broccoli, cavoli, rape, rucola, ravanelli) e altri ortaggi come cicorie, carciofi e bieta;
- bere acque minerali che presentano un buon equilibrio tra calcio e sodio che deve essere basso.
Fonti
Dietetica e nutrizione. Clinica, terapia e organizzazione. G. Fatati, M.L. Amerio
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