All’Argine a Vencò, il ristorante *Stella Michelin della Chef Antonia Klugmann, si è tenuto l’evento di presentazione del nuovo calendario del Consorzio Collio, con l’evidenziazione dei principali appuntamenti dell’anno 2024. Parola d’ordine: promozione congiunta, entro e fuori dai confini territoriali
Non è sempre immediato – soprattutto nelle aree più remote, periferiche – comprendere l’utilità di un “linguaggio unico, universale”. Un “tono di voce” comune – senza alti nè bassi – che non ammette discriminazioni, per restituire nel tempo un’immagine nitida, coesa, di un determinato territorio e/o progetto.
I sessant’anni del Consorzio Collio
Proprio sul concetto di unione e condivisione – se parliamo di successi – che, negli anni, sono nate realtà come il Consorzio Collio, uno dei più antichi d’Italia. Fondato dal Conte Douglas Attems nel 1964, con l’idea di “compattare” peculiarità, valori e know-how di un terroir unico, oggi compie sessant’anni: un “compleanno” in onore del quale sono state prodotte – in largo numero – delle “etichette unificatrici”, di un color oro brillante e con una piccola modifica al logo originale, dove un acino dello storico “grappolo” disegna, neanche a dirlo, il numero 60.
Incisive, di dimensioni non irrilevanti, queste etichette manifestano un “orgoglio d’appartenenza” che ancora brucia, dopo oltre mezzo secolo. Centotrenta, tante sono le aziende che ora fanno parte del Consorzio. Un numero importante, che sottende un’inevitabile difficoltà: quella che si riscontra nel dovere “mettere d’accordo” più persone. Un freno – o meglio, una vera e propria ganascia – che limita la corsa di molte realtà, non solo in Friuli-Venezia Giulia. Eppure, la volontà di “uscire” dai confini territoriali con un marchio “unico ed inclusivo” è più forte di qualsiasi resistenza, tant’è che gli eventi dell’agenda 2024 sono molteplici.
I prossimi impegni del Consorzio, in regione e fuori
Il 31 maggio, ad esempio, ricorre la “firma dell’atto notarile” – il momento della costituzione del Consorzio Collio, la “prima pietra” di una realtà che ha coadiuvato il successo di una meravigliosa zona vinicola – in onore della quale verranno organizzati due incontri: una masterclass, dedicata a giornalisti e addetti stampa; un convegno, aperto al pubblico, che verrà mediato da Luciano Ferraro del Corriere della Sera e che vedrà coinvolte alcune delle più importanti personalità del panorama enologico locale.
Il 1 giugno, invece, si terrà la 17°edizione del Premio Collio che verrà assegnato, come di consueto, a coloro che più avranno saputo rendere “valore e merito” al Collio, dal punto di vista scientifico e divulgativo – tesisti, giornalisti ecc.
E poi, vari appuntamenti in tutta la penisola, in collaborazione con AIS e FISAR, per aumentare la notorietà dei vini del Collio. Ma il calendario non si ferma in Italia: guarda anche all’Inghilterra e sempre di più agli USA, con l’ambizione di ritagliarsi una propria e ben definita nicchia – anche a livello d’immagine.
Dopotutto, e sarebbe necessario prenderne atto, “la voce di un’unica persona avrà un eco sempre più fioco rispetto a quello che possono generare più voci assieme”. L’anno appena schiusosi, dunque, promette ulteriori novità – sul fronte comunicativo/promozionale – per un terroir del tutto singolare, la cui principale sfida – negli anni a venire – sarà quella di non sedersi sugli allori, per continuare a veicolare la qualità enologica a cui ci ha abituati, la stessa che ha reso il Friuli-Venezia Giulia noto anche oltre oceano.
I vini del Collio hanno incontrato la cucina di Antonia Klugmann
Un’identità, quella del Collio, che ormai si è fatta matura, proprio come quella della cucina di Antonia Klugmann che nella sua “teca”, sul confine fra Italia e Slovenia, presenta una delle proposte gastronomiche più interessanti e progressiste a livello nazionale.
Un menu dove la componente vegetale trova ampio spazio d’espressione, accordando – come fosse un diapason – finissimi equilibri gustativi, imperniati sulla sensazione dell’amaro. Una cucina introspettiva, per certi versi divisiva, che riflette fedelmente la personalità di chi la concepisce. In particolare, questa affermazione trova riscontro nella sogliola con salsa al dragoncello e pomodori secchi glassati. Un piatto di “bellezza solare”, dove la carne umida e delicata del pesce, incontra l’incisività balsamica (domata) del dragoncello, per poi concludersi in un’impennata salina, quasi a rivendicare la forza che si nasconde dietro la timidezza, un invito a guardare oltre l’apparenza, oltre il preconcetto.
Informazioni: www.collio.it/
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