L’autoregolamentazione nasce dall’impegno dei pastai aderenti all’Unione Italiana Food a dare informazioni più obiettive al consumatore, anche a tutela della qualità del prodotto
Grano duro, lavorazione artigianale, gluten free, filiera sostenibile, assenza di fitofarmaci: quante sono le parole legate alla nostra pasta? Ma soprattutto, noi consumatori come facciamo a capire se è pasta buona quella che compriamo? E cosa si intende per “buona”?
Nel 1967, con la “Legge di purezza”, i produttori italiani fissarono i parametri che, ancora oggi, permettono alla pasta italiana di essere la migliore al mondo. In questi giorni i pastai di Unione Italiana Food rinnovano questo impegno per la qualità e la trasparenza adottando un Disciplinare sui claim di comunicazione pubblicitaria, a tutela dei consumatori e a garanzia della qualità della pasta italiana. Un percorso volontario con cui gli aderenti all’associazione si impegnano a dare informazioni sempre più chiare, obiettive, trasparenti e rigorose, oltre che in linea con la normativa in materia pubblicitaria ed autodisciplinare.
Come riconoscere una pasta di qualità
Ma facciamo un passo indietro nel tempo: quali sono i parametri ancora validi oggi che a distanza di 57 anni permettono a Spaghetti&C di essere i migliori al mondo? Sicuramente il principale è l’obbligo di impiegare esclusivamente grano duro nel rispetto di precisi valori analitici, quali umidità, proteine ed acidità e la definizione puntuale delle varie denominazioni di vendita del prodotto, sempre in base a precisi parametri di riferimento.
Disciplinare sulla pasta italiana: consumatori più tutelati
Proposto e approvato all’unanimità dai produttori di pasta di Unione Italiana Food, con riferimento anche alla pasta a denominazione tutelata, obiettivo del Disciplinare è quello di garantire una comunicazione sulla pasta imparziale, trasparente e rigorosa.
Il documento fornisce indicazioni sui claim di natura volontaria utilizzati nella comunicazione pubblicitaria della pasta, per assicurare che il contenuto dei messaggi sia non solo conforme alla vigente normativa europea, nazionale ed autodisciplinare in materia di corretta e leale comunicazione pubblicitaria, ma anche alla normativa in tema di claim etici che stabiliscono un’implicazione sociale sul consumo di un prodotto, o una correlazione tra l’acquisto di un prodotto e la sua positiva ricaduta sociale.
Le varie categorie di claim indicate dal disciplinare
Dalle caratteristiche organolettiche e nutrizionali della pasta e delle materie prime impiegate ai diversi metodi di produzione, fino ai formati funzionali ai condimenti e alle ricette, ogni claim pubblicitario utilizzato per promuovere la pasta dovrà sempre ispirarsi ai principi di onestà, veridicità e correttezza con affermazioni verificabili, non ingannevoli, che garantiscano un valore aggiunto ancora presente al momento dell’acquisto e del consumo, basate su dati scientifici pertinenti o certificazioni di autorità pubbliche e coerenti con la normativa applicabile. I consumatori, infatti, devono poter compiere la propria scelta commerciale in maniera libera e consapevole. Qui di seguito le categorie di claim su cui si è concentrata l’attenzione del disciplinare:
- Ingredienti (grano duro, semola o acqua): caratteristiche della materia prima utilizzata come origine o antichità e specie varietale.
- Prodotto (pasta): caratteristiche della pasta e/o suoi aspetti qualitativi come tenuta in cottura, tenacità, colore.
- Processo produttivo: caratteristiche di processo relative alla materia prima e alla pasta come la macinazione, la decorticazione e la lavorazione del grano così come fasi, processi e tecniche di produzione della pasta.
- Definizione di “Artigianalità” riferita alla pasta.
- Sostenibilità: sostenibilità/circolarità del processo produttivo, dal campo alla tavola o in una specifica fase del processo produttivo.
- Riciclabilità e sostenibilità degli imballaggi.
- Sicurezza alimentare del prodotto: in merito all’assenza di uno o più contaminanti o fitofarmaci.
- Proprietà nutrizionali: sono quelle indicazioni che sottintendono che un alimento abbia particolari proprietà nutrizionali benefiche, dovute al contenuto di uno o più nutrienti, come ad esempio “fonte di fibra”.
- Riduzione di rischio di una malattia: tali indicazioni fanno riferimento all’esistenza di un rapporto tra una categoria di alimenti o dei relativi componenti e un beneficio per la salute.
«Questo disciplinare è un’ulteriore conferma del nostro impegno a garantire al consumatore informazioni sempre più chiare. – commenta Margherita Mastromauro, Presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food. – Un percorso di natura volontaria che i pastai italiani hanno voluto intraprendere per rafforzare l’immagine della pasta italiana e a valorizzarne la produzione, da sempre simbolo di qualità, grazie all’impiego esclusivo di semola di grano duro, alla selezione e alla sapiente miscelazione dei migliori grani duri e ad una lunga tradizione produttiva unita ad anni di ricerca tecnologica e sperimentazione. Per difendere e tutelare un prodotto baluardo della tradizione italiana, che continua a riscuotere successi a livello nazionale e internazionale, oggi rinnoviamo l’impegno garantendo una comunicazione sulla pasta obiettiva, trasparente e rigorosa affinché il consumatore possa compiere la propria scelta d’acquisto liberamente e consapevolmente».
Per assicurare terzietà, competenza e scientificità alle scelte che la categoria assume in relazione all’utilizzo delle varie tipologie di claim, il settore ha demandato la valutazione della conformità del Disciplinare ad Enti Terzi Autorevoli (ETA), individuati tra persone fisiche e/o enti pubblici o privati, purché indipendenti rispetto agli Associati e alle loro associazioni. Si tratta di Enti Terzi che abbiano un elevato grado di conoscenza e preparazione tecnico scientifica in materia legale, nutrizionale, di ricerca e sviluppo e di processi produttivi di paste alimentari. Per ulteriori info si rimanda al sito ufficiale di Unione Italiana Food: www.unioneitalianafood.it.
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