Gazzetta del Vino Piemonte

Barolo si candida a “Città Italiana del Vino”

Con il progetto “Racconto Infinito”, lanciato il 15 maggio, il borgo piemontese inaugura un programma ricco di eventi per rilanciare una nuova e dinamica stagione tra cultura e turismo

Barolo si candida a città del vino
Un momento della presentazione del progetto (Foto © Foto Vacchetto).

Con una semplice cerimonia nel rispetto delle normative anti covid, sabato 15 maggio il comune di Barolo (CN), presso il Tempio dell’Enoturista del WiMu, ha dato il via a Racconto Infinito, il progetto per candidarsi come prima “Città Italiana del vino”. L’iniziativa è ideata dall’Associazione Nazionale Città del Vino, patrocinata dal Mipaaf e coinvolge anche altre cinque città italiane.

«Inauguriamo la prima città italiana del vino in un luogo magico e simbolico, qui, dove è cominciata l’epopea del vino Barolo. – ha dichiarato il direttore del comitato scientifico della Barolo & Castles Foundation, Tiziano Gaia – L’idea è quella di partire subito con le prime esposizioni temporanee che faremo girare nei nostri castelli di Langhe e Roero. A luglio e agosto organizzeremo una serie di iniziative tra i “vigneti aperti” e avremo l’annuale appuntamento con la manifestazione promossa dall’Associazione Nazionale Città del Vino “Calici di stelle”. Nell’autunno festeggeremo, benché con un anno di ritardo, il decennale del WiMu e in quell’occasione stringeremo gemellaggi con altri musei del vino italiani e internazionali. Allora avremo anche la nuova edizione della Hall of fame del vino italiano, ospiteremo la convention nazionale delle Città del Vino e ci saranno momenti dedicati all’arte, la cultura e il cinema».

Appena si avrà più chiarezza rispetto alle normative collegate alla pandemia, sarà definito nel dettaglio il cartellone di iniziative con cui si cercherà di riportare vitalità e dinamismo a un territorio segnato dall’emergenza.

«Quando l’Associazione nazionale Città del Vino ha promosso questo primo concorso abbiamo pensato che, come soci fondatori, non potessimo sottrarci al confronto e abbiamo deciso di concorrere con una nostra candidatura e con spirito di intraprendenza e voglia di ripartire dopo la prima ondata della pandemia – ha spiegato il sindaco di Barolo, Renata Bianco, ringraziando tutti i partner istituzionali e privati –. Confidiamo che questa ripartenza sia quella definitiva e, nel rispetto di tutte quelle che sono oggi le normative di sicurezza, inauguriamo Barolo Città Italiana del Vino 2021 dando un segnale di ottimismo e condivisione di una nuova e dinamica stagione di eventi, cultura e turismo. Lanciando qui il nostro “Racconto infinito”, che si snoda lungo tre parole chiave: memoria, comunità e futuro».

Barolo si candida a città italiana del vino
Floriano Zambon e Renata Bianco (Foto © Foto Vacchetto). 

Sul progetto ha parlato anche Claudio Bogetti, presidente della Barolo & Castles Foundation:

«C’è l’orgoglio di essere il braccio operativo di questa nuova avventura e di poter contribuire così alla ripartenza dell’economia turistica del territorio. Siamo a disposizione del Comune per far sì che questo evento sia un rilancio per tutti e coinvolgeremo i nostri castelli, da Barolo a Roddi, Magliano Alfieri e Serralunga. Il vino è armonia, paesaggio e convivialità e, grazie a un comparto turistico fatto di operatori e ristoratori di altissimo livello, sapremo proporre una nuova stagione di successi».

Vigna magica a Barolo, esposizione al Castello Falletti

Al termine dell’evento, è stata inaugurata l’esposizione temporanea “Vigna magica a Barolo” all’interno della sala degli Stemmi del Castello Falletti, sede del Museo del Vino (WiMu). Per tutto il 2021, la sala ospiterà una coppia di antichi pali di testa dei filari di una vigna, studiati negli ultimi anni dal professor Piercarlo Grimaldi, rettore dell’Università di Scienze Enogastronomiche di Pollenzo.
Infine, un ruolo decisivo è stato ricoperto dalla stessa comunità locale di Barolo, i cui residenti di tutte le generazioni hanno partecipato nei giorni scorsi ad un tour all’interno del castello, con accesso gratuito, per ammirare il nuovo allestimento nella sala degli Stemmi.

«Il riconoscimento è stato assegnato a Barolo non per il suo nome, ma il suo programma, preso come esempio non solo dagli altri partecipanti al concorso, ma da tutti i centri di riferimento dell’Associazione in Italia – ha concluso il presidente nazionale dell’Associazione Città del Vino,  Floriano Zambon –. Barolo diventa quindi un ulteriore punto di riferimento e uno stimolo per tutti gli altri, per condividere idee, spunti e buone pratiche. Sono convinto che questa esperienza arricchirà tutti e che le iniziative promosse qui saranno di grandissima qualità».

Tutti i dettagli sul sito ufficiale: www.barolo-piemonte2021.it.

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