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Partono le iscrizioni per la terza edizione della Rassegna Piwi

Rassegna Vini Piwi 2023: al via le iscrizioni
Foto © Ufficio stampa).

L’evento, organizzato dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, cresce di anno in anno, così come l’interesse verso i vini prodotti da vitigni resistenti alle patologie fungine

Siamo ormai nel pieno della campagna vendemmiale ed è già ora di cominciare a guardare ai primi eventi e alle prossime competizioni inerenti il mondo del vino.

Considerando l’annata piuttosto impegnativa, con ingenti danni da peronospora (Plasmopora viticola) diffusi quasi ovunque, la terza edizione della Rassegna vini Piwi, in programma l’8 e 9 novembre prossimi, assume allora ancor maggior rilevanza.

Rassegna Vini Piwi 2023: al via le iscrizioni

L’iniziativa, che ha fatto registrare numeri importanti nelle precedenti edizioni, ha l’intenzione di promuovere e valorizzare i vini prodotti con almeno il 95% di uve provenienti da varietà PilzWiderstandsfähig, ovvero vitigni innovativi e sostenibili, in grado di offrire tolleranza alle malattie fungine, oidio e peronospora, riducendo sensibilmente l’uso degli agrofarmaci e degli interventi fitosanitari.

Le aziende che avessero intenzione di partecipare con i propri vini, hanno tempo fino al 29 settembre per presentare domanda di iscrizione tramite il sito www.fmach.it.

Nelle giornate dell’8 e 9 novembre, i vini partecipanti saranno valutati a cura di una commissione composta da 24 esperti selezionati tra enologi, enotecnici, giornalisti, sommelier e ricercatori afferenti al mondo agroalimentare; assieme a loro anche gli studenti del corso enotecnico. Il primo dicembre, invece, è in programma la cerimonia di premiazione.

Iscrizioni alla Rassegna Vini Piwi 2023

Le categorie della rassegna

9 le categorie in cui saranno raggruppati i vini: rossi, bianchi, bianchi a macerazione prolungata Orange, spumanti metodo classico bianchi, spumanti metodo classico Rosè, spumanti metodo classico Charmat bianchi, spumanti metodo charmat Rosè, vini frizzanti con fondo, vini da uve soggette ad appassimento.

L’evento, promosso dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, promuove l’attività di ricerca e sperimentazione sulle varietà tolleranti che ha portato all’iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite quattro nuove selezioni provenienti dall’attività di miglioramento genetico, grazie alla collaborazione del consorzio CIVIT: Termantis, Nermantis, Charvir e Valnosia.

Di recente tramite il progetto VEVIR queste varietà sono risultate ottimali per la coltivazione in Trentino accanto a Solaris, Souvignier gris, Bronner, Palma, Johanniter e Pinot Regina.

A livello europeo c’è apertura già da tempo nei confronti delle varietà Piwi, che sono state ammesse e vengono utilizzate nelle diverse DOP, mentre in Italia sono diverse le regioni nelle quali la loro coltivazione non è stata ancora autorizzata, nemmeno per produrre vino generico o IGT.

Vitigni resistenti Piwi

Sono attualmente 36 le varietà di vitigni resistenti Piwi iscritte al Registro nazionale delle varietà di vite per vino: 18 a bacca rossa e 18 a bacca bianca. Le regioni che hanno autorizzato la coltivazione di queste varietà (in parte o tutte) sono Abruzzo, Trentino Alto Adige (Provincia di Bolzano e Provincia di Trento), Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto.

Le aziende che commercializzano vini ottenuti dall’uva di queste varietà, invece, sono 165, per un totale di 290 vini ed una superficie stimata di alcune migliaia di ettari.

A tal proposito abbiamo voluto chiedere un parere a Giuseppe Morelli, consigliere Assoenelogi Marche e consulente enologo di varie aziende del territorio marchigiano:

«In quest’annata, con una pressione di peronospora veramente forte, anche qualche azienda che coltiva vitgni Piwi ha avuto problemi. L’impressione è che si stia facendo passare questo incrocio come un aiuto all’agricoltura per ridurre o evitare trattamenti, ma questo cozza con il concetto di terroir e di identità varietale, su cui da tanto si lavora. Dal punto di vista tecnico, inoltre, i vini che si ottengono hanno spesso acidità o tannicità importanti, anche se gli incroci di varietà aromatiche sono interessanti. La resistenza a peronospora e oidio non ha un contraltare di pari efficacia nei confronti della Botrytis: questo fa si che, generalmente, i Piwi siano vitigni precoci, da vendemmiare prima di andare incontro a possibili sviluppi muffe. Ci sono dei pro e dei contro e sarà interessante osservare quali saranno gli sviluppi futuri».

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Raffaello De Crescenzo

"Enogastrocurioso", laureato in Tecnologie Alimentari ed in Viticoltura ed Enologia. Assaggiatore Esperto di oli d'oliva, assaggiatore di vini, degustatore di acque minerali, Sommelier e Videomaker. Sul web, dal 2013, è CulturAgroalimentare.

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