Il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia lancia il progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo”
Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia. In Europa ha la stessa estensione del vigneto tedesco e, nel mondo, misura tre volte il vigneto della Nuova Zelanda, superando addirittura quello sudafricano.
Oggi la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico e, da sempre, rappresenta il crocevia tra Europa, Africa e Medio Oriente: ogni bottiglia offre un’esperienza globale, figlia anche di una eterogeneità territoriale che non esiste altrove, in grado di evocare un ricco mosaico di cultura, natura e sapori.
L’occasione per chiaccherare sul vigneto Sicilia è stata quella dei due giorni organizzati dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e sull’importanza crescente dell’uva Grillo.
«I risultati complessivi di questa straordinaria uva nel 2021 – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia – sono più che soddisfacenti. Il Grillo si distingue tra le oltre 70 varietà autoctone della regione e si distingue sicuramente tra i vitigni che hanno conosciuto maggiore crescita negli ultimi anni, in virtù di caratteristiche qualitative e di versatilità uniche: per profumi, struttura e vivacità. Sia sui mercati nazionali che su quelli internazionali possiamo definirlo un vero e proprio caso di successo».
Il Grillo: un’ottima annata quella del 2021
Per il Grillo il 2021 si è trattato senz’altro di una buona annata che, rispetto al 2020, ha prodotto il 25 % in più di bottiglie rispetto ai 16.707.274 del 2020: vitigno autoctono e ambasciatore di eccezione di un’intera isola, oggi riesce a regalare in ogni aerea una versione di sé riconducibile alle sue caratteristiche varietali e che, come conviene a un fenotipo nato e cresciuto in Sicilia, è in grado di creare in ogni contesto un’interessante sinergia.
Progetti ed eventi per conoscere l’incrocio tra zibibbo e catarratto
L’origine di questo vitigno, ottenuto dall’idea del barone Mendola che ha incrociato lo Zibibbo con il Catarratto, è abbastanza recente ma, grazie all’ingresso in numerose DOC della Sicilia e all’impegno di diversi produttori, si sta diffondendo sempre più come ha anche spiegato l’enologa Lorenza Scianna durante la masterclass di presentazione del progetto “Discovery Grillo”.
Altri momenti interessanti sono stati sicuramente quelli dedicati alla sostenibilità grazie all’evento organizzato dall’Enoteca Regionale di Alcamo “Sostenibilità e percorsi virtuosi” ma anche il progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo” – promosso e sostenuto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in partnership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen” con l’obiettivo di produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, dando valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani.
Progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo”
Il progetto ha lo scopo di conservare la biodiversità generata dai 3.000 anni di viticoltura nell’isola e le sue varietà autoctone e di intervenire a monte della filiera vitivinicola, dotando i vivaisti di materiale di base da cui ottenere un prodotto certificato da fornire alle aziende. Lavorando con viti di cui è certa l’identità varietale e l’integrità sanitaria, è possibile dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani. Allo stato attuale, le piante prodotte con la prima annualità del progetto sono state impiantate, a cura del Consorzio Vini DOC Sicilia, in due diversi appezzamenti in agro di Mazara del Vallo e Petrosino.
L’intento è quello di produrre gemme che in via esclusiva saranno cedute alla Regione Siciliana, che potrà distribuirle ai vivaisti per alimentare la filiera del vivaismo viticolo. Il progetto, che ha una sua ciclicità, al momento vede la produzione di ulteriori barbatelle, per la realizzazione di nuovi campi l’anno che verrà.
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