Presentato a Bologna D-Vino, il progetto dell’Associazione nazionale che riunisce produttrici, sommelier e giornaliste che effettueranno delle lezioni sul vino agli studenti degli istituti turistico-alberghieri
Le donne del vino, ovvero le produttrici, sommelier e giornaliste facenti parte dell’Associazione Nazionale delle Donne del Vino, salgono in cattedra per insegnare a raccontare il vino agli studenti delle scuole superiori a indirizzo alberghiero, turistico o agrario.
L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Bologna, all’interno dell’Hotel Majestic già Baglioni, alla presenza della Presidente dell’Associazione Donatella Cinelli Colombini, che ha illustrato i risultati dei primi otto mesi di sperimentazione, svoltasi nell’anno scolastico in corso presso 8 Istituti di Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia, con 500 studenti coinvolti.
Il progetto si chiama “D-Vino” e nasce dalla necessità di formare gli studenti sul vino e sui territori del vino e supportare così l’attività didattica degli istituti superiori che talvolta, purtroppo, è limitata alla teoria.
Progetto “D-Vino”: l’insegnamento nelle scuole
Il progetto D-Vino introduce un metodo di apprendimento basato sull’esperienza pratica e sull’uso della tecnologia: mette a contatto gli studenti con l’intera filiera produttiva del vino dai vigneti alle cantine attraverso la voce di produttori, sommelier, giornalisti, addetti al marketing.
Ecco alcuni temi delle lezioni:
- Il ruolo del vino nella società e nell’economia
- Le professioni del vino e l’etica professionale
- Cultura del vino e conoscenza di vini e territori
- La presentazione del vino
- La degustazione
- Enoturismo: costruire l’esperienza
- Il linguaggio internazionale del vino
- Wine Management
- La comunicazione del vino
- Abbinamento vino/cibo
- Bere consapevole e responsabile.
Le dichiarazioni delle Donne del Vino
Le delegate dell’Associazione delle regioni Emilia Romagna, Sicilia e Piemonte, dove è avvenuta la sperimentazione, hanno spiegato i dettagli dell’iniziativa nel corso della conferenza stampa bolognese, a partire da Roberta Urso, delegata della Sicilia:
«Il metodo è semplice: poca teoria e tante esperienze dirette. La didattica si basa su esempi concreti, perché fra le donne del vino ci sono professioniste di tutta la filiera».
La parola è poi passata a Antonietta Mazzeo, delegata dell’Emilia Romagna:
«Gli studenti hanno reagito con entusiasmo alla scoperta di sbocchi professionali che neanche immaginavano, specialmente nei settori più nuovi come la wine hospitality e in generale l’enoturismo, la comunicazione digitale e wine management».
Ha concluso Roberta Lanero, delegata del Piemonte:
«Negli istituti alberghieri l’accento è soprattutto sul vino e una particolare attenzione viene posta sulle dominazioni e gli abbinamenti col cibo della stessa regione; ci sono anche parti più tecniche come la lettura dell’ etichetta e i significati dei termini».
L’attenzione al bere consapevole
Così come espressamente specificato, nel corso di queste lezioni “speciali” la degustazione completa del vino è riservata solo agli studenti maggiorenni, mentre gli altri si esercitano soprattutto su vista e olfatto, imparando a riconoscere colori e profumi; fra gli scopi del progetto, infatti, c’è anche l’educazione responsabile.
Le lezioni delle “Donne del vino” prevedono 12 ore di incontri all’anno per ciascun istituto, senza allungare l’orario scolastico, sempre in presenza dei docenti e a titolo gratuito.
Nel prossimo anno accademico “D-Vino” estenderà la sperimentazione a tutte le Regioni italiane per poi lasciarla crescere sotto la diretta gestione del MIUR.
Per informazioni: www.ledonnedelvino.com
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