Una serata dal fascino senza tempo, immersi nella suggestiva location di Castello Brown per conoscere le novità e i progetti di Alberto Massucco e godere della cucina entusiasmante di Matteo Baronetto
Champagne en libertè ritorna, come un vecchio amico dal quale ti eri congedato troppo in fretta, con qualche rimpianto, forse, ma con un desiderio ardente di riabbracciarlo e viverlo il più a lungo possibile.
Champagne en libertè a Portofino, una serata sognante
A Portofino, il 27 settembre, gli ospiti di Alberto Massucco, imprenditore con una passione viscerale per lo champagne, hanno potuto immergersi per una sera nei panni di un pittore impressionista, per cogliere, en plein air, paesaggi sconfinati e sfumature sottili, lì dove l’aria è il minimo comun denominatore di un dipinto fatto di gesti e convivialità autentica.
Castello Brown domina la baia di Portofino con eleganza austera e impeccabile grazia, né più né meno di Massucco stesso che, di un bianco abbagliante, accoglie, saluta, spiega e, austerità a parte, pare anche emozionarsi quando parla della sua storia da importatore, nata quasi come hobby e che oggi lo ha portato ad essere il primo ed unico italiano a possedere una vigna in Champagne, della quale a brevissimo godremo i frutti.
“Aria”, neanche a dirlo, è il tema che ha accompagnato la seconda edizione di questo format creato da Laura Gobbi, responsabile comunicazione di Alberto Massucco: un percorso sensoriale che trasforma le bollicine in strumenti che dialogano con l’anima.
Le etichette di Massucco Champagne degustate
Cinque le etichette in degustazione durante la serata Champagne en libertè a Portofino, provenienti da maison indipendenti e di grande valore, che bene sanno resistere alle lusinghe dei grandi produttori: Jean Philippe Trousset e Rochet-Bocart, rispettivamente della Montagna de Reims e Gallois-Bouché nella Côte des Blancs.
A suggellare la sensazione di leggerezza di una serata di straordinaria intensità, il menu studiato da Matteo Baronetto, chef dello storico ristorante torinese “Del Cambio”: un viaggio di sola andata tra pesche e alici, biscotti di foie gras e nocciola e una magistrale zuppa di pesce con coniglio arrosto.
La presenza di Baronetto non è casuale e non dipende solo dal fatto che l’allievo di Marchesi, per molti anni braccio destro di Carlo Cracco, è uno dei più valorosi cuochi nel panorama europeo. Al suo ristorante, infatti, è dedicata la prima “cuvée sartoriale” prodotta da Massucco
«Con Matteo – racconta Massucco – c’è un’intesa profonda. Quando mi ha proposto di creare una cuvée per il suo ristorante, un simbolo della nostra cultura, ne sono stato onorato. È nata così Cuvée Privée del Cambio, un Blanc de Blancs 100% Chardonnay. Lo confesso, vedere un nostro champagne servito al tavolo dove sedeva Cavour, fa un certo effetto».
L’arrivo in Italia delle Fa’Bulleuses
Nel corso della serata, inoltre, è stata finalmente svelata la data dell’arrivo in Italia delle Fa’Bulleuses, un progetto straordinario che vede riunite nella medesima etichetta sette donne dello Champange.
«Le sette produttrici di Isos – ci spiega Alberto Massucco, che importa in esclusiva Isos sin dalla sua prima produzione – saranno finalmente a Torino il 12 ottobre. Stiamo organizzando un momento d’incontro con ristoratori, maître, addetti al settore e stampa per poterle conoscere, capire appieno il progetto culturale che le unisce. Il loro non è un semplice champagne ma la coralità di sette differenti luoghi rappresentati dalle giovani produttrici che, attraverso le 644 bottiglie per ora prodotte, si fanno portavoce di un unico sentire».
In tema di Champagne a firma Massucco, di cui c’è un’attesa spasmodica, invece, per ora sarà pronta solo la cuvée Mirede, mentre per il millesimato Alberto Massucco Grand Cru, Blanc de Blancs, si dovrà attendere il 2023.
Per informazioni: www.albertomassuccochampagne.it
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