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Parmigiano Reggiano: un 2016 in crescita per quotazioni, consumi interni ed export

Segnali incoraggianti per il Parmigiano Reggiano, la Dop più importante del made in Italy alimentare e, soprattutto, l'unica presente a livello mondiale nella top ten per affidabilità che torna a registrare performance positive e importanti. La svolta più marcata si è registrata nella seconda parte del 2016.

L’anno appena concluso segna una forte ripresa per la Dop più importante del made in Italy.

Parmigiano Reggiano: un 2016 in crescita
Alcuni bovini da cui si ottiene il latte per il Parmigiano Reggiano.

La Dop più importante del made in Italy alimentare, e soprattutto l’unica presente a livello mondiale nella top ten per affidabilità, torna a registrare performance positive e importanti. La svolta più marcata si è registrata nella seconda parte dell’anno. Qui i prezzi all’origine sono passati dagli 8 euro/kg di giugno ai 9,66 euro/kg di dicembre. Questo ha permesso di chiudere l’anno con una media di 8,63 euro/kg (+12% rispetto al 2015).

Per Alessandro Bezzi, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, «gli attuali valori, uniti alla buona tenuta dei consumi interni, ad un flusso di esportazioni che continua a crescere i e ai nuovi investimenti previsti dal piano quadriennale del Consorzio danno migliori prospettive ai 3.000 allevatori e 339 caseifici artigianali che formano il Consorzio».

Alessandro Bezzi e Riccardo Deserti, rPresidente e direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano
Alessandro Bezzi e Riccardo Deserti, rispettivamente Presidente e Direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano.

I dati 2016

Buono per l’anno appena conclusosi è il livello dei consumi interni (+0,3%) che diventa straordinario se si guarda all’export (+5,8% con oltre 49.000 tonnellate di prodotto venduto). Proprio sull’esportazione il Consorzio punta molto anche nei prossimi anni, partendo da un dato complessivo che vede la vendita oltreconfine coprire il 37% sul totale.

«In Italia – spiegano Bezzi e Deserti – gli effetti positivi delle nuove azioni del Consorzio a sostegno dei consumi si sono avvertite nel dettaglio tradizionale e nelle vendite dirette (anche online) da parte dei caseifici, ma anche all’interno della GDO, con vendite sostanzialmente stabili  in presenza di una flessione degli altri formaggi duri Dop e di una crescita dei prodotti similari non Dop del 2%».

Altro significativo dato salutato positivamente dal mondo della produzione del Parmigiano Reggiano è il calo (-2,2%) delle giacenze di magazzino. Mentre non desta particolare preoccupazione il calo dei caseifici (-21) e degli allevatori attivi (-350) definiti dal Consorzio come «assestamenti naturali del comparto».

Sempre interessante è lo sforzo che il Consorzio sta portando avanti per il mantenimento del presidio della produzione in montagna. Un comparto sicuramente più piccolo rispetto a quella di pianura, i caseifici sono 99 in area appenninica, ma che oggi conta la creazione di circa 700.000 forme.

La produzione negli ultimi due anni

Parmigiano-Reggiano-produzione-ultimi2-anni

Nuovi investimenti per 15 milioni

Il Consorzio non intende fermarsi. Nei prossimi quattro anni, infatti, un grande sforzo verrà compiuto soprattutto a sostegno dei consumi. «Nel prossimo quadriennio – spiega il presidente del Consorzio – investiremo 15 milioni in più sulla comunicazione in Italia e all’estero e sulla vigilanza (in particolare sul prodotto grattugiato, cui sono destinate nuove risorse per 1,25 milioni). A questa cifra si aggiungeranno i flussi derivanti dalla contribuzione differenziata legata ai piani produttivi (una contribuzione aggiuntiva, in sostanza, a carico di quanti non rispettano i livelli produttivi assegnati) che, per il 2016, ammonteranno a circa 5 milioni».

La vigilanza e il contrasto alle imitazioni

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Alcune fasi della lavorazione del Parmigiano Reggiano.

Anche sul versante del contrasto all’italian sounding, delle frodi alimentari e del controllo di qualità dei produttori e utilizzatori legati al nome del più famoso ed imitato formaggio italiano, il 2016 ha portato ad ottimi risultati. «La vigilanza sulle imprese che sono legate al Parmigiano Reggiano – sottolinea il direttore Riccardo Deserti – ha comportato una selezione di qualità su tutte le forme prodotte e soprattutto 2.325 azioni di vigilanza che hanno incluso 1.980 punti vendita, cui si sono aggiunte 650 imprese della ristorazione italiana e altrettante realtà della distribuzione in 20 Paesi esteri, con oltre 2.500 analisi sul prodotto».

Controlli e successive azioni giudiziarie che hanno riguardato la Ue, dove il Consorzio ha messo in atto più di quaranta azioni di contrasto, e il resto del mondo. Negli Stati Uniti (principale importatore con 10.000 tonnellate) sono stati cinque gli  interventi di diffida verso società che proponevano salse, formaggi, piatti pronti o confezioni di grattugiato ingannevolmente ispirate al Parmigiano Reggiano. In Vietnam sono state invece tre le azioni effettuate e portate a termine mentre altre si sono effettuate in Giappone, Argentina, Bolivia, Cina, Colombia e Ucraina. Non è mancato nemmeno il controllo sul web dove sono stati effettuati 390 interventi di rimozione di offerte e siti ingannevoli.

Una sintesi dei numeri del Parmigiano Reggiano nel 2016

Consorzio del Parmigiano Reggiano
www.parmigianoreggiano.it

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Riccardo Isola

Un viaggio tra inchiostro e liquidi nel cristallo iniziato, ahimé e purtroppo, diversi anni fa. Ambasciatore dei vini dell’Emilia Romagna, giornalista enogastronomico in orbita perenne attorno ai pianeti Vino e Cibo. Usurpatore, per professione e per passione, della lingua italiana. Improprio interprete, ma con dedizione e impegno, del raccontare ciò che da sempre fa grande il nostro essere italici: il Gusto.

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