Chiacchiere, sfrappole, cenci, galani, cròstoli o bugie, comunque vengano chiamate queste delizie sono sempre un simbolo di festa, condivisione e gioia. Sono l’essenza stessa del Carnevale, un periodo in cui ogni angolo d’Italia si anima di magia, colori e sapori. Ecco la ricetta e qualche suggerimento
Le Chiacchiere di Carnevale attestano l’avvicinarsi di una ricorrenza che porta con sé un’atmosfera di festa e allegria in ogni angolo d’Italia, e del mondo, trasformando le strade in un caleidoscopio di colori vivaci, maschere, coriandoli danzanti nell’aria e stelle filanti che decorano il cielo.
In questo periodo dell’anno, ricco di tradizioni e celebrazioni, tra i dolci tipici ci sono proprio le chiacchiere, o come si chiamano a seconda delle regioni. Delizie friabili, leggere e golose che, da sempre, sono uno dei simboli gastronomici dell’atmosfera carnevalesca italiana.
Significato del Carnevale: non solo coriandoli e maschere
Risalente a tempi antichi, il Carnevale è un periodo di celebrazione che precede la Quaresima e quindi ha un significato più profondo che va oltre il semplice divertimento. Il termine proviene dal latino “carne levare”, “eliminare la carne”, un riferimento al digiuno quaresimale che ci ricorda le radici religiose della festa.
In molte culture, il Carnevale rappresenta un momento di rinnovamento e rinascita. Le maschere e i costumi permettono alle persone di assumere nuove identità, simboleggiando la possibilità di cambiamento e trasformazione. Allo stesso tempo, si celebra la comunità e l’unità, riunendo la gente in un clima di gioia e condivisione.
Varietà regionali delle Chiacchiere di Carnevale
Le chiacchiere di Carnevale sono caratterizzate dalla varietà di nomi con cui viene identificato questo dolce nelle diverse regioni d’Italia, ognuno dei quali racconta una storia locale e riflette le sfumature culturali che caratterizzano il nostro Belpaese.
Ad esempio, in Lombardia il dolce è noto come chiacchiere o lattughe, termini che evocano l’idea di leggerezza e fragranza. In Emilia Romagna prende i nomi di sfrappole o frappe, per l’atto dello sfrigolare nell’olio bollente. In Toscana si parla invece di cenci o donzelle, per via dell’aspetto frastagliato e informale di questi dolci. Nel Veneto sono conosciuti come galani o gale (qui la vera ricetta regionale), mentre in Trentino vengono chiamati cròstoli, termini che suggeriscono la croccantezza distintiva della pietanza. Procedendo verso il Piemonte ci imbattiamo nelle bugie, probabilmente derivante dall’idea di piccoli peccati di gola. Infine nel Lazio le frappe regnano sovrane tra i dolci carnevaleschi.
Nonostante le differenze regionali nei nomi e alcune varianti della ricetta, quello che resta invariato è lo spirito con cui le chiacchiere di Carnevale vengono preparate e mangiate: una soddisfazione per il palato che regala gioia e quelle condivisione che si sposa con l’atmosfera di festa tipica della ricorrenza.
Chiacchiere, sfrappole, cenci, galani, bugie o cròstoli: tanti nomi per una ricetta semplice
La ricetta base prevede ingredienti semplici come farina, uova, zucchero e burro, ma è il procedimento di preparazione e la successiva frittura che donano alle chiacchiere di Carnevale la loro caratteristica leggerezza e friabilità. Una volta estratte dall’olio bollente, vengono cosparse di zucchero a velo, aggiungendo un ulteriore tocco di dolcezza.
Prepararle è anche un’occasione per riunirsi in famiglia o con gli amici, mescolando gli ingredienti, stendendo l’impasto e tagliandolo nelle forme desiderate, in attesa della magia che avviene quando queste sottili strisce di pasta si gonfiano nell’olio caldo trasformandosi in deliziose golosità.
Segreti per chiacchiere di Carnevale croccanti
Abbiamo già scritto che si tratta di una ricetta preparata con ingredienti semplici, ma è opportuno usare le giuste dosi per l’impasto e procedere ad una giusta cottura.
Seguendo questi consigli, otterrete delle Chiacchiere di Carnevale croccanti e leggere, piene di bolle e con sfoglia che si scioglie in bocca. Provatele subito perchè in pasticceria hanno raggiunto prezzi vertiginosi!
6 persone
Facile
Basso
6 persone
Facile
Basso
- 250 g di farina 00
- 2 uova
- 25 g di zucchero
- baccello di vaniglia o buccia di limone non trattatp
- mezzo bicchierino di grappa, brandy, liquore Strega,
- 15 g di burro
- Olio di semi di girasole o di arachide (per friggere) o strutto
- Zucchero a velo, per guarnire
- Sulla spianatoia sistemare le uova, la farina, lo zucchero, il burro a temperatura ambiente e impastate il tutto. Se preferite, potete anche utilizzare una planetaria
- Ottenuto un composto sodo e liscio, metterlo a riposare per qualche ora avvolto da una pellicola
- Trascorso questo tempo, lavorate la pasta ancora un po’ e stendetela per ottenere una sfoglia sottile di circa 2 mm. Questo favorisce la comparsa delle classiche “bolle in superficie” che rendono le chiacchiere croccanti
- Con un coltello oppure con la classica rotella taglia pasta dividente la sfoglia in rettangoli; su ciascuno, praticate un paio di taglietti che aiuteranno la chiacchiera a gonfiarsi in cottura
- Nella padella fate riscaldare l’olio di girasoli: deve essere ben caldo ma non troppo bollente. La temperatura ideale è di 170/180° C, favorirà la formazione delle bolle senza bruciare le vostre chiacchiere di Carnevale. La cottura è molto veloce, quindi giratele una volta sola per farle dorare da ambo i lati
- Stendetele su un vassoio con carta assorbente e, appena raffreddate, cospargete con abbondante zucchero a velo.
Chiacchiere di carnevale in forno
Si sa che la frittura regala sempre più godimento, ma qualora desideraste delle chiacchiere più leggere, potete provare a cuocerle in forno.
In forno preriscaldato a 180°C, disponete i rettangoli su una placca foderata con carta forno. Quindi cuocete per circa 15 minuti, finché saranno ben dorati.