La ciambella intrecciata, dolce o salata, è una tipica preparazione dell’Italia meridionale che celebra l’avvento della Pasqua. Qui vi proponiamo una versione più contemporanea
La Cuddura calabrese è una ciambella intrecciata di antiche origini, tipica della tradizione contadina dell’Italia meridionale e realizzata con pochi ingredienti poveri. Legata al periodo pasquale, prende il nome dal greco “Kollura” o corona, a sottolinearne la forma circolare.
Cuddura calabrese, origini, varianti e significati
Da sempre la cuddura calabrese ha un enorme valore simbolico in quanto è una ricetta preparata nei giorni della Settimana Santa e consumata nel giorno della Resurrezione sancendo, di fatto, la fine del digiuno quaresimale. Le uova intere intrecciate al suo interno, invece, sono simbolo di prosperità, abbondanza e vita eterna.
Se esistono tantissime varianti della cuddura, dolci e salate, altrettante sono le simbologie attribuite a questo “pane arricchito” del sud: dalla forma al numero di uova contenute, storicamente ogni tipologia aveva un preciso significato e lo scopo di raccontare qualcosa.
Pur rispettando la ricetta originale e una tradizione millenaria, proponiamo una versione delle cuddura con qualche accorgimento che esalterà il vostro lievitato e inebrierà la casa di profumi.
4 persone
Media
Basso
Variabile
45 minuti
180°C
4 persone
Media
Basso
Variabile
45 minuti
180°C
- 500 grammi di farina
- 3 uova
- 50 grammi di burro
- 100 grammi di zucchero
- ¼ baccello di vaniglia
- 50 grammi di pasta di clementine
- 150 grammi di lievito madre, in alternativa 10 grammi lievito di birra
- 70 grammi di latte
- 1 uovo e latte q.b. per spennellare
- 1 uovo intero da decoro.
- Se usate il lievito madre, da preferire di gran lunga per gli aromi che conferisce al prodotto, abbiate cura di rinfrescarlo più volte fino a che raddoppi il suo volume in tre ore circa
- Per la pasta di clementine, tagliate a tocchetti 250 grammi di clementine di Corigliano Calabro e cospargetele con 80 grammi di zucchero. Lasciate macerare in frigo per 24 ore, quindi versate in un pentolino e portate a bollore per due minuti; scolate il liquido (che sarà conservato per altri usi) e frullate la parte solida che diverrà la nostra pasta
- Nella planetaria munita di gancio, versate il latte con lo zucchero, lavorate per un paio di minuti, quindi unite il lievito madre e metà della farina. Aggiungete le uova e lasciate incorporare bene; successivamente versate la restante farina, aggiungete il burro a temperatura ambiente, poi la vaniglia e la pasta di clementine
- Togliete il composto dalla planetaria e continuate ad impastare a mano su un banco da lavoro per qualche minuto
- Lasciate riposare l’impasto coperto con un canovaccio, per circa due ore
- Trasferite l’impasto su un banco da lavoro e dividetelo in tre lunghi filoni, realizzate una treccia incorporando al suo interno l’uovo
- Lasciate lievitare fino al raddoppio del suo volume
- Ottenuta la giusta lievitazione, sbattete un uovo con poco latte e spennellate la superficie della cuddura, lasciando l’uovo pulito
- Cuocete in forno statico a 180 gradi per 40/45 minuti circa.
- Adoperando il lievito madre, i tempi di realizzazione sono abbastanza lunghi. Il consiglio è di realizzare l’impasto di sera, lasciandolo riposare 2 ore prima di intrecciare la cuddura, da mettere a lievitare in teglia fino al mattino (8 ore circa) ad una temperatura di 15/18 gradi (fino al raddoppio del volume iniziale)
- Per una colazione da campioni, tagliate una fetta di cuddura e rosolatela in padella con del burro, asciugate su carta assorbente e spalmate con la pasta di clementine avanzata.